27 luglio 2017

Un passo indietro!

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,
definire come ‘difficili’ le parole che sto per rivolgervi è riduttivo, ma per tutti arriva il momento di fare un bilancio, di chiedersi se si è o meno sulla giusta strada. Ora è arrivato per me il momento di interrogarmi su cosa sto facendo e sull’utilità del mio operato.

Da tempo mi espongo in prima persona, in tutti i sensi, per portare avanti una battaglia che ritengo giusta: quella contro un Fisco oppressore. È inutile in questa sede ricordare le motivazioni di questo giudizio, le conoscete bene, così come sapete quanto impegno ho profuso da sempre nel denunziare questo improponibile stato di cose. Tante parole, seguite poi dai fatti, che – giustamente – molti di voi mi avete esortato a compiere.

Quello che forse non sapete, amici, o perlomeno non conoscete compiutamente – ed è meglio così - è quanto mi sia costato questo impegno. Non mi riferisco certamente ad esborsi di tipo monetario, per quanto anche quelli esistano. Mi riferisco al tempo ed alle preoccupazioni. Sono stato accusato di ogni nefandezza, dal voler “dare credito agli abusivi”, al fare tutto questo per arrivare ad una poltrona politica, e tanti altri fatti “spiacevoli” che per ovvie ragioni non posso nemmeno rendere pubbliche. Ritengo però inaccettabile che questo mio impegno possa portare dei problemi anche sul mio lavoro, sul mio pane quotidiano, su quello che a livello lavorativo ho raggiunto dopo 25 anni di sacrifici, Fiscal Focus, che rappresenta la mia personale soddisfazione, la concretizzazione di giorni, mesi e anni di lavoro in giro per l’Italia, lontano da casa e famiglia, per “costruire mattone su mattone” quella che oggi è la MIA redazione. Davanti alle minacce di qualcuno che questa mia esposizione possa nuocere a Fiscal Focus, no, questo non posso (ne voglio) permetterlo!
Ho visto colleghi (e loro sanno bene a chi mi riferisco) che dapprima - o nascostamente - appoggiavano questo mio impegno e poi, chissà come mai, da un giorno all’altro, con la costituzione del movimento ALTAVOCE, sono scomparsi. È bastata qualche telefonata, dall’alto, a far saltare collaborazioni anche professionali, e minacce di non far rinnovare la Convenzione con Fiscal Focus in qualche Ordine.

Che tristezza essere attaccati dal “Fuoco Amico” … questo sinceramente non lo avevo considerato!

Ma non basta. Ciò che più mi ha fatto male è stato vedere la mancanza di coraggio nei colleghi, persino nell’iscriversi a quello che null’altro era che un gruppo di persone unite da un fine comune. Oppure nel sottoscrivere una petizione. Oltre 200mila visualizzazioni in questi ultimi giorni dei video di protesta e del lancio della petizione, decine di migliaia di “mi piace”, veri leoni da tastiera, ma poi a firmare la stessa quattro gatti.

Devo essere io a farvi notare il “caso proroga”? C’è qualcosa che non è chiaro? No, non credo, ma evidentemente devo essere solo io, e pochi altri, a metterci la faccia, il lavoro, la serenità.

Mi dispiace. “Armiamoci e partite” non funziona in termini assoluti e non funziona per Antonio Gigliotti, che ha costruito negli ultimi vent’anni una testata con tantissimo lavoro e sudore, senza regali di alcunché ed ora vede minacciata per aver osato “alzare la voce”.

Non funziona che mi si accusi di volere una poltrona, e che per arrivarci addirittura osi dare spazio agli ‘abusivi’. Non sono io che ho avuto cariche ministeriali, non sono certo io che ho ampliato l’ambito di riconoscimento di altre categorie professionali nel novembre del 2016, eppure chi lo ha fatto ora siede ai ‘tavoli’, mentre io vengo accusato di portare dentro gli “abusivi”.

Evidentemente ad alcuni è concesso tutto, ad altri no. Ne prendo atto, così come prendo atto di questa sconfitta, perché certamente la sostanziale, quanto inattesa, solitudine di questo percorso è una grande sconfitta per me e per i pochi che con me si sono messi in gioco, e insieme a noi sono stati sconfitti tutti coloro che credevano giunta l’ora del riscatto professionale.

Prendo atto e faccio un passo indietro, chiedendo scusa solo ed esclusivamente a quei colleghi che come me hanno creduto di poter cambiare le cose, e ci hanno messo la faccia. Perdonatemi, ma così non è più possibile proseguire. Non ho più quella serenità che consente di portare avanti un tale progetto.

A tutti gli altri auguro di riuscire ad ottenere i risultati auspicati con l’appoggio e il sostegno di chi vorrete!

Vi saluto con le parole di Clarissa Pinkola Estés, scrittrice e psicanalista statunitense.

Altro non credo sia necessario aggiungere: “Quando si lotta per qualcosa di importante bisogna circondarsi di persone che sostengono il nostro lavoro. È una trappola e un veleno avere intorno persone che hanno le nostre stesse ferite ma non il desiderio vero di guarirle”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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