Nella serata del 3 gennaio 2021, in vista della scadenza delle misure restrittive messe in atto per il periodo festivo, si è tenuto un vertice tra governo e Regioni al fine di fare il punto sull’emergenza sanitaria in atto e prevedere nuove misure da applicare fino alla data del 15 gennaio, data di scadenza dell’ultimo Dpcm. Diversi i temi da affrontare durante tale riunione; tra i principali ricordiamo gli spostamenti tra comuni e regioni, i nuovi possibili criteri di determinazione delle fasce di rischio (gialla, arancione e rossa) in funzione del parametro Rt e la tanto discussa riapertura delle scuole.
Poche le notizie certe al momento pervenute e diverse ipotesi da confermare. Secondo quanto previsto, nel weekend del 9 e 10 gennaio tutto il territorio italiano si dovrebbe tingere di arancione, con le relative misure restrittive previste per tale fascia; bar e ristoranti rimarranno cioè chiusi anche a pranzo, potendo rimanere aperti per la sola vendita d’asporto fino alle ore 22 o con la consegna a domicilio, e sarà possibile uscire dalla propria abitazione ma senza uscire dal proprio comune di residenza (con unica eccezione per i comuni più piccoli, per i quali sarà consentito spostarsi entro un raggio di 30 chilometri evitando i comuni capoluogo). Dal 7 al 15 gennaio (data di scadenza dell’ultimo dpcm), probabilmente, ci si potrà inoltre spostare tra le regioni soltanto per motivi di comprovata necessità, ossia per motivi di lavoro, per motivi di salute o in caso di urgenze. Probabile proroga anche per quanto riguarda il divieto di ospitare più di due parenti o amici (con esclusione dei minori di 14 anni) presso la propria abitazione, fino al 15 di gennaio.
Dibattito molto acceso invece per la riapertura delle scuole tra Sindacati e Conte; i primi richiedono infatti un rinvio di due settimane, con test e vaccino per tutto il personale, mentre Conte insiste sulla data del 7 gennaio per la riapertura con didattica in presenza al 50%.
Durante l’incontro si sarebbe parlato anche della possibilità di modificare i criteri di valutazione per le fasce di rischio, rendendoli più severi; secondo quanto indicato dal ministero della Salute, infatti, il livello dell’Rt a 1,25 per la fascia arancione e 1,50 per quella rossa, potrebbero rivelarsi non totalmente efficaci per limitare il rischio di diffusione del contagio. A rischiare di passare alla zona arancione sono soprattutto le regioni Veneto, Liguria e Calabria, che secondo l’ultimo report Iss hanno superato il valore 1 di Rt. Lo stesso destino potrebbe capitare inoltre a Puglia, Basilicata e Lombardia, che sono invece molto vicine a quella soglia.
Nel corso della riunione sarebbe infine stata espressa una certa preoccupazione nei confronti dei ritardi nelle vaccinazioni, in particolare per la regione Lombardia.
Ricordiamo di seguito le misure previste per la fascia di rischio arancione, che sarà comune per tutto il territorio italiano nelle giornate del 9 e del 10 gennaio:
- vietato circolare tra le ore 22 e le ore 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità o salute;
- vietati gli spostamenti tra le Regioni e tra i Comuni, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità o salute;
- chiusura di bar e ristoranti sia a pranzo che a cena, che potranno rimanere aperti soltanto per vendita d’asporto e consegne a domicilio;
- chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, ad eccezione di farmacia, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno;
- chiusura di musei e mostre;
- riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico, ad eccezione dei mezzi di trasporto scolastico;
- sospensione di attività di sale gioco, sale scommesse, bingo e slot machine anche nei bar e nelle tabaccherie;
- chiusura di palestre, piscine, teatri e cinema.