Nonostante le gravi conseguenze economiche provocate dalla Pandemia, il fallimento dell’impresa resta contenuto.
I dati Unioncamere-InfoCamere tratti dal Registro delle Imprese delle Camere di Commercio delineano uno scenario leggermente positivo rispetto all’ultimo anno senza Covid-19.
Nei primi sei mesi del 2019, infatti, sono state 5.380 le imprese che hanno portato i libri in tribunale per chiudere l’attività. Nello stesso periodo, nel 2021, il numero si è ridotto di 713 unità.
Nel mezzo, si colloca il dato delle 2.924 dichiarazioni di fallimento presentate nei primi sei mesi del 2020, segnato dall’imposizione del lockdown e dal prolungato stop alle attività dei tribunali. Il tasso di fallimento delle imprese italiane si attesta dunque al valore di 0,76.
Secondo quanto riportato dall’ente pubblico la dinamica attenuata dei fallimenti si distribuisce in modo diffuso anche tra i settori di attività delle imprese. A mostrare un’accelerazione rispetto al primo semestre del 2019 sono:
- la fornitura di energia (+60%);
- il trasporto e magazzinaggio (+19%);
- l’istruzione (+13,3%);
- attività assicurative e finanziarie (+3,2%).
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