13 settembre 2021
13 settembre 2021

Ore 11:00 - Italia: tasso di occupazione tra i più bassi d’Europa

In Italia, si registra un tasso di occupazione basso (58,1%) rispetto alla media europea (67,7%). Al momento, l’attenzione è focalizzata sull’abolizione o meno del reddito di cittadinanza, ritenuto da alcuni partiti, uno strumento sbagliato.

In merito è intervenuta l’Ocse, chiarendo che lo strumento, durante la pandemia, ha ridotto il calo del reddito, al contempo però, non è riuscito a creare occupazione. Tra l’altro, il problema risiede nella carenza di aggiornamento e formazione di coloro che ricevono il reddito di cittadinanza. Nel dettaglio, su 3,5 milioni di beneficiari, il 70% possiede, al massimo, la terza media e non vanta esperienze lavorative. In tale scenario, di conseguenza, le imprese hanno difficoltà nel reclutare personale qualificato tant’è che il tasso di inattività è pari al 25,9% rispetto al 13,5% della Germania.

Un altro problema è rappresentato dai Neet, ovvero giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati né nello studio, né nel lavoro e né nella formazione, che sono oltre 2 milioni.

Da uno studio di Unioncamere e Anpal, emerge uno scenario preoccupante: si stimano, entro ottobre, 1,2 milioni di nuove assunzioni (400 mila in più rispetto allo scorso anno) sarà molto difficile, però, trovare dei profili professionali adatti. Tuttavia, il lavoro aumenta più dell’economia, infatti nel secondo semestre dell’anno, il Pil aumenta del 2,7% mentre il lavoro del 3,9%.

Tra l’altro, all’interno del Pnrr, l’Italia ha garantito il miglioramento delle misure a sostegno dell’occupazione, in modo da adeguarsi alla media europea. Al momento, però, le Regioni hanno assunto solo 1.300 persone rispetto alle 11.600 previste per migliorare i centri per l’impiego. Tuttavia, le risorse a disposizione ci sarebbero, tra la legge di Bilancio 2021 che ha erogato 500 milioni del fondo React Ue per le politiche attive, e gli 8,3 miliardi che dovrebbe stanziare il Recovery.
Dunque, in modo che si realizzi l’auspicata ripresa economica, è indispensabile risolvere la condizione di disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro.
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