Cara donna,
soprattutto cara commercialista,
oggi non posso che rivolgermi a te. E a te soltanto. Al tuo cuore impavido che non può non battere generoso se hai scelto questo mestiere. A te che conosci il vero significato della parola “sacrificio”. A te, cara collega e al tuo carattere determinato. Alla tua forza, eternamente divisa tra professione e vita privata, tra scadenze e figli, tra etica nel lavoro ed educazione familiare.
Oggi, se penso a te, non riesco a guardare la tua croce, vedo solo la tua delizia. Perché svolgi un lavoro così complicato e rimani sempre la stessa. Non lo dico perché è la tua festa. Io non sopporto l’8 marzo. Non mi è mai piaciuta la ‘festa della donna’. Me lo sono sempre chiesto: “Perché dovrebbe esserci un solo giorno che ti identifica?”. Non sei ‘una minoranza', un'enclave, un genere che deve essere celebrato con una festa. Sei l’altra metà del cielo e non solo l’8 marzo, anche tutti gli altri giorni.
A te a cui non è riconosciuta né maternità né malattia retribuita. Alla tua virtù di riuscire, nonostante il duro lavoro, a crescere la famiglia con gli ideali sani dell’onestà e della perseveranza. Perché quando l’uomo si perde è perso ma quando sei tu a perderti è sempre il sentimento a trascinarti. A te che sei un romanzo da leggere. Riesci meglio di qualsiasi uomo a trasformare la tua debolezza in forza nella quotidiana lotta contro la discriminazione della donna nel mondo feroce del lavoro.
A te che non sei in vendita. Che lotti da sempre e che continui a crederci, come fosse la prima volta. A te che sai scegliere. E hai il coraggio di fare la cosa giusta e non quella facile. Perché sai che non puoi essere una commercialista se prima non sei una donna.
E mentre tutto intorno imperversano persone disposte ad abbassarsi a qualsiasi compromesso pur di ottenere un trafiletto sul magazine-spazzatura del gossip di quartiere o una comparsata nei più mediocri programmi televisivi, tu intanto vivi. Con i numeri in testa e i sogni dentro al cuore.
Fortunati gli occhi che ti sanno vedere e gli sguardi che ti sanno riconoscere.
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