26 maggio 2016

COMMERCIALISTI...PUNITI ANCHE SE LAVORIAMO GRATIS

Autore: ANTONIO GIGLIOTTI
Cari amici,
l'Italia non è un Paese per commercialisti. Il Fisco cerca un colpevole o forse tenta solo di sparigliare le carte per uscire dall'empasse di un momento delicato. E sposta l'attenzione su di noi. Nel mirino: le dichiarazioni dei redditi che facciamo in studio per parenti e amici.
Il Fisco non crede alla nostra prestazione gratuita e punta il dito sullo scostamento tra le dichiarazioni trasmesse e le fatture emesse, contestando le eventuali prestazioni che non risultano remunerate. Ecco, io penso che questo sottolinei l'abisso infinito che divide la realtà dalle istituzioni.
Perchè non riesco a meravigliarmi? Sono forse diventato un cinico? No, diciamo che guardo in faccia la realtà anche se a volte è amara. In tutti questi anni noi professionisti siamo stati incapaci di far capire cosa facciamo, qual è il nostro ruolo e in quali condizioni spesso lavoriamo. Molti di noi hanno piccoli studi, arrancano per andare avanti, si ingegnano e lavorano ininterrottamente per arrivare, sfiniti, alla fine del mese. Queste situazioni non si presentano certo tra le mura dei grossi studi che vivono di incarichi e consulenze milionarie. I numeri parlano chiaro: circa il 90% dei professionisti sono piccoli e medi studi, che spesso vivono solo di dichiarazioni e contabilità. E chi vive, soprattutto al sud, come me sa che la realtà è questa: moltissime dichiarazioni sono fatte gratuitamente, perché c'è un amico che ne ha bisogno o un parente che non faresti mai pagare. Ora il Fisco vieta di agire spinti dal buon cuore o a volte dalla necessità, in quanto a stento si pagano le contabilità. Come il Joseph K di kafkiana memoria, ti mette sotto accusa preventivamente e tu non sai nemmeno perchè.
Il Fisco verifica quante dichiarazioni hai inviato e da esse presume quanto tu abbia potuto ricavare: 170 euro a dichiarazione. Ma io mi chiedo, l'obiettivo non era di avere un fisco amico e non gendarme? E mi domando: dove sono i nostri rappresentanti? È arrivato il momento di dire NO, noi non finiremo più tra le maglie di questo tritacarne. Chi è stato commercialista sa che nei piccoli studi è pratica comune fare dichiarazioni gratis. Ecco cari amici e colleghi, purtroppo lo avevo preannunciato. Mentre ai piani alti impazza la lotta per le prossime elezioni, in 'terza classe' volano stracci e infamie. Tutto nella più assoluta indifferenza. Siamo alle redde rationem, così dicevano i latini. E la resa dei conti per noi puó essere solo lo squarcio nella falsa consapevolezza di chi scambia l'onestà e l'umiltà col sotterfugio, il sacrificio con la furberia. Da quello squarcio, cari amici, arriverà la luce a prenderci per mano e a condurci alla vera svolta.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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