Cari amici,
mentre noi ci dilettiamo ad impazzire tra codici e codicini per inviare il famigerato “nuovo spesometro”, tentando di gestire l'ingestibile, ovvero di conciliare la pioggia di nuove scadenze con quello che dovremmo fare realmente di mestiere, ovvero la consulenza ed il supporto alle aziende, ecco spuntare un nuovo regalo.
Di certo, al momento, non vi è nulla, tranne una constatazione: l'Erario ha (di nuovo!) un bisogno disperato di denaro.
E da chi vogliamo recuperarlo questo denaro? Ma è ovvio! Dagli evasori! E come vogliamo recuperarlo? Pare, con una nuova rottamazione delle cartelle, ed introducendo l'obbligo di fatturazione elettronica per tutti i rapporti B2B, ovvero in qualsiasi transazione intercorrente tra titolari di partita IVA.
Ora, la prima sensazione che sorge spontanea è quella di una “stonatura”. Non si era detto “mai più condoni?”. Non si era detto, in sede di prima rottamazione, che si trattava di un evento assolutamente straordinario, da correlarsi al 'maquillage' di Equitalia? Insomma, non si era detto “ora o mai più” e che nessuna altra possibilità sarebbe stata concessa a coloro che avevano posizioni in sospeso, lanciando un messaggio a metà tra il “venite signori, venite!” in stile venditore rionale e la minaccia che mai più si sarebbe ripresentata un'occasione nella quale il fisco si sarebbe dimostrato così magnanimo?
A quanto pare tutto questo è già storia, perché, alla fin fine, servono soldi, e forse non è così disdicevole pensare di recuperarli anche da quei 400 mila contribuenti che non sono riusciti a rientrare nella rottamazione, vuoi perché la tempistica prevista dai versamenti faceva (e fa ancora) paura, vuoi a causa di qualche banale errore formale, oppure ancora perché la rottamazione si è fatta, è stata acquisita, ma non si è riusciti a pagare (sorprendente, vero?).
E così si affaccia un nuovo slancio di generosità. L'Amministrazione pare voglia magnanimamente svestirsi, ancora una volta, della severità che normalmente la contraddistingue, di quel rigore che porta al moltiplicarsi esponenziale delle sanzioni, di quella implacabile puntualità che sta portando ad iscrizione a ruolo già dell'IVA non pagata per il primo trimestre 2017 (alla faccia del rapporto amichevole con il contribuente, delle – inutili – lettere di compliance e del ravvedimento lungo, che ormai è diventato carta morta).
Tutto questo sulle spalle dei contribuenti, ed anche sulle nostre spalle, di noi che invece di occuparci delle operazioni straordinarie e della pianificazione fiscale, cose normalmente demandate ai mesi autunnali decorso l'uragano dei redditi, siamo tutti inchiodati alla piattaforma Fatture e Corrispettivi ad inviare dati su dati.
Ma non ci preoccupiamo, perché potrebbe andare peggio. MOLTO PEGGIO. Il prossimo step infatti potrebbe essere (anzi, sarà, con quali assoluta certezza) l'introduzione dell'obbligo della fattura elettronica in tutti i rapporti tra aziende.
Proviamo ad immaginare e rendiamoci conto. Pensiamo ai nostri clienti, quelli “normali”, non le mega imprese, alle prese con la fattura elettronica per ogni singola operazione. Volevamo uccidere definitivamente la piccola azienda? Volevamo cancellare le piccole imprese artigiane? Bene, finalmente è stato trovato il modo. Complimenti.
Riassumendo avremo a breve una riapertura di un'operazione che doveva essere irripetibile (alla faccia della coerenza e della correttezza che invece sempre si pretende da contribuenti e consulenti), ed una vera e propria esplosione di burocrazia unita ad una informatizzazione compulsiva che farà impazzire i più, e darà un ottimo motivo ai tanti contribuenti stremati per abbassare serranda definitivamente.
Tutto questo in nome della guerra santa: l'evasione! E quindi avanti, tutti addosso a quelli che non pagano le imposte, e manette alle fatture delle imprese, notoriamente male assoluto italiano.
Ma è mai possibile che non si riesca a capire che l'evasore è altro? L'evasore non fa fattura. L'evasore non fa spesometro. Men che meno l'evasore dichiara consapevole che non potrà pagare, conscio che implacabile arriverà la cartella. Esistono contribuenti che fatturano e non dichiarano? Certo, esistono, non ci nascondiamo dietro ad un dito. Ma non è certo per colpa di qualche mela marcia che è legittimo immaginare di mettere in ginocchio un'intera fascia di imprenditori, che dell'economia italiana costituiscono una fetta importantissima.
Ma che importa, servono soldi. In nome di questo la severità va in soffitta, in compagnia della coerenza e della ragionevolezza. E fa ancora più rabbia vedere quest'operazione vestita di un'aura di benevolenza. Se si vuole salvare ancora qualcosa di questo sistema fiscale impazzito, si incominci a trattare alla pari: correttezza da ambo le parti (o dobbiamo forse ricordare la ridicola sequenza di proroghe causate da adempimenti irragionevoli?). Si cominci a capire che non è ammazzando di burocrazia le imprese che si ottiene qualcosa. Si cominci a capire che il sistema tributario deve essere semplice ed immediato, e non un dedalo di norme in continua crescita, complesso oltre misura e tutto basato sulla forma. Sostanza, signori, per una volta proviamo a pensare alla sostanza!
È più facile recitare e esibirsi che essere coerenti,
più facile eccitare e distrarre che far pensare,
più facile impressionare che convincere.
(Enzo Bianchi)
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