"Si è ricorso nuovamente a un mezzo del tutto irrituale, per non dire illegale, per dettare disposizioni in materia tributaria dall’incerta forza". Così il Presidente AIDC (Associazione Italiana Dottori Commercialisti), Andrea Ferrari, commenta il comunicato stampa emesso dall'Agenzia delle Entrate nella giornata di ieri, 27 febbraio, in cui si legge che 'in considerazione dei recenti eventi meteorologici eccezionali, sarà valutata la disapplicazione per causa di forza maggiore delle sanzioni previste per ritardi nell'effettuazione degli adempimenti tributari, anche in relazione ad eventuali provvedimenti che potranno individuare le aree interessate da tali eventi'. "Non entriamo nel merito se la 'proroga' annunciata, o meglio ventilata, con un comunicato stampa fumoso e pavido dall’Agenzia delle Entrate sia o meno dovuta. Certamente vi è stato un notevole disagio in alcune aree del nostro Paese, ma sono disagi quotidiani. Ciò che irrita nella vicenda è, prima del contenuto, la forma".
Il Presidente Ferrari ricorda come lo Statuto dei Diritti del Contribuente preveda espressamente che 'con proprio decreto il Ministro delle Finanze, sentito il Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, può sospendere o differire il termine per l'adempimento degli obblighi tributari a favore dei contribuenti interessati da eventi eccezionali ed imprevedibili'. "Ebbene ci si attende che lo Statuto venga applicato, e non aggirato: quali enormi impegni hanno impedito al MEF di emanare un decreto, chiaro e diretto, per disciplinare l’emergenza, imponendo invece il ricorso al suo braccio operativo (AdE) il quale evidentemente non può emanare un decreto?".
"Abbiamo assistito di recente - ha proseguito ancora il Presidente AIDC - ad una vera e propria processione di politici ai diversi tavoli di confronto promossi dalla categoria (Consiglio Nazionale e Sindacati) ed univoche promesse di ascolto ed attenzione alla categoria. Promesse, appunto, perché la politica oggi al Governo ignora questa attenzione.
Abbiamo assistito anche ad appelli, tra i quali quello di AIDC, al rispetto dello Statuto dei Diritti del Contribuente, ed al rispetto della categoria. La politica non ha perso la prima occasione per smentire se stessa. E, nuovamente, vediamo come l’asserita rappresentanza di categoria vola basso, essendo incapace di chiedere l’emanazione di un appropriato procedimento con forza di legge, di fronte ad una evidente esigenza di svolgimento civile del lavoro. E allora, questo Statuto, lo si abroghi se non si ha il coraggio e la forza di rispettarlo. Almeno smetteremo di illuderci", ha concluso Ferrari.
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