L’agevolazione proposta ai mutuatari difficilmente non contrasterà con la possibile
insoddisfazione dell’immobiliare: l’incertezza in generale unita all’instabilità dei mercati finanziari, rende meno chiara una situazione che fino poco tempo fa sembrava positiva.
Citando i dati del
Consiglio del Notariato, il 2024 aveva mostrato segnali di ripresa, con un aumento delle compravendite del 15,8% rispetto al 2023 e una crescita del 5,7% nei mutui concessi. Anche il valore medio delle case vendute era salito da 154mila a 166mila euro, grazie alla diminuzione dei tassi d’interesse.
Questo andamento positivo è continuato anche nei primi mesi del 2025. Secondo il Crif, la domanda di mutui è aumentata del 22,4%, un segnale chiaro di un credito più accessibile.
Nonostante i tassi più bassi, il Crif ha messo in evidenza che le crescenti tensioni globali e le politiche sui
dazi stanno creando un clima di incertezza nell’economia mondiale.
Secondo Capecchi “questa situazione rischia di frenare la domanda di credito da parte delle famiglie, riducendo così gli effetti positivi delle misure recenti della Bce.”