Pausa di 90 giorni e dazi a una
base del 10% uguale per tutti i Paesi tranne che per la Cina. Ma cosa c’è dietro questa scelta di Trump che solo una settimana fa, durante il “Liberation day”, definiva i dazi come una
rivalsa per gli Stati Uniti?
Durante l’annuncio dei dazi, Trump aveva denunciato uno
squilibrio negli interscambi con gli altri Paesi, inclusi i partner commerciali, la risposta delle 75 nazioni colpite non si è fatta attendere, se da una parte si dicevano pronte a imporre delle contromisure, dall’altra tutte erano d’accordo a seguire la
strada del dialogo per cercare un
compromesso.
Proprio la
volontà di dialogare e
contrattare, ha spinto il presidente americano a revocare le tariffe e ad applicare un
dazio reciproco sostanzialmente
abbassato al 10%, queste le dichiarazioni del presidente americano. La pausa, quindi, è stata concessa ai Paesi che non hanno deciso rappresaglie, ha sottolineato Trump in una successiva conferenza stampa, ammettendo di aver agito anche perché la gente stava iniziando a spaventarsi. Inoltre, ha auspicato ad “
accordi giusti” con molte nazioni, tra cui anche l’Unione Europea e, nonostante la situazione delicata, non esclude un accordo con la Cina.