martedì, 29 aprile 2025

23 aprile 2025

Locazioni brevi, record di redditi dichiarati nel 2023

Il report del Mef conferma un anno record per gli affitti turistici, con una crescita notevole del reddito imponibile soggetto a cedolare secca

Autore: Lucia Giampà
dichiarazione dei redditi
Il 2023 si è consacrato come un anno senza precedenti per il settore delle locazioni brevi in Italia. I dati parlano chiaro: il reddito imponibile dichiarato da comodatari e subaffittuari e assoggettato all'aliquota del 21% della cedolare secca ha raggiunto la cifra significativa di 438 milioni di euro nel 2023, segnando un notevole incremento rispetto ai 270 milioni registrati nell'anno precedente.

È quanto emerso dalle analisi dei dati e dalle tabelle relative alle dichiarazioni IRPEF e IVA presentate nell’anno d’imposta 2023, condotta dal Dipartimento delle Finanze del Mef.

Locazioni brevi e cedolare secca

Per completezza, si ricorda che le locazioni brevi, spesso chiamate anche affitti brevi turistici, sono contratti di affitto di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni. Queste locazioni sono stipulate da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite intermediari immobiliari o piattaforme online come Airbnb e Booking.

Per le locazioni brevi è spesso possibile optare per la cedolare secca cioè un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali, con un’aliquota generalmente del 21% (che può salire al 26% dal secondo immobile locato).

Dichiarazione IRPEF: i dati

Tornando al report fornito dal Mef, dai dati relativi alla Dichiarazione IRPEF, emerge che il numero di contribuenti è pari a oltre 42,5 milioni, con un incremento dell’1,3% rispetto al 2022. Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a 1.027,7 miliardi di euro (57,5 miliardi in più rispetto all’anno precedente, +5,9%) per un valore medio di 24.830€.

L’analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (29.120 euro), mentre la Calabria rappresenta il fanalino di coda con il reddito medio più basso (18.230 euro).

I redditi da lavoro dipendente e da pensione rappresentano circa l’84% del reddito complessivo dichiarato; il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo pari a 70.360€; mentre il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è pari a 23.290€, quello dei pensionati a 21.260€.

Trend in crescita per tutte le tipologie di reddito:
  • reddito d’impresa in contabilità ordinaria (+8,1%);
  • reddito d’impresa in contabilità semplificata (+6,5%);
  • reddito da partecipazione (+7,2%);
  • reddito da lavoro autonomo (+8,8%);
  • reddito da pensione (+7,6%);
  • reddito da lavoro dipendente (+4,5%).
Per quanto riguarda l’imposta netta totale dichiarata, si segnala che ammonta a 189,9 miliardi di euro (+9% rispetto all’anno precedente), è pari in media a 5.660 euro e viene dichiarata da oltre 33,5 milioni di soggetti, pari a circa il 78,8% del totale dei contribuenti.

In merito all’addizionale regionale Irpef, si rende noto che nel 2023 ammonta a 15,2 miliardi di euro (+9,6% rispetto al 2022). L’addizionale regionale media varia da un minimo di 290 euro in Sardegna a un massimo di 810 euro nel Lazio. Infine, si segnala che l’addizionale comunale ammonta complessivamente a oltre 6,3 miliardi di euro, in crescita del 9,1% rispetto al 2022, con un importo medio che varia dal minimo di 130 euro della Provincia di Bolzano al massimo di 280 euro nel Lazio.
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