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Una scarpa e una ciabatta

Autore: Ester Annetta
Il fascino di Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, l’ultima regina di Francia, perlopiù ricordata per la frase, tradizionalmente attribuitale: «Se non hanno più pane, che mangino brioche» - pronunciata riferendosi al popolo affamato in rivolta, per cui mano avrebbe poi perso la testa – ha dato vita, nel tempo, ad un vero e proprio culto.

Le sue scelte di stile sono giunte ad influenzare persino i giorni nostri, confermandole perciò, a più di duecento anni dalla sua morte, il titolo di icona di garbo ed eleganza.

Maria Antonietta non amava lo stile delle dame di corte, che considerava troppo vecchio e pomposo. Attuò così una piccola “rivoluzione” grazie alla sarta Rose Bertin - oggi considerata la prima couturière della storia – che le confezionò un vestiario completamente rinnovato, suscitando l’invidia e l’emulazione di tutte le nobildonne della corte.

Molti stilisti moderni – tra cui persino Galliano e Dior – sono stati a loro volta affascinati dalle tendenze modaiole della bella regina, ben presto diventata per loro una vera e propria musa ispiratrice. I suoi gioielli, i suoi abiti, le sue acconciature sono stati negli anni variamente riprodotti, ricercati e raccontati fin nei minimi dettagli.

Non sorprende, dunque, che si scateni una vera e propria gara tra gli appassionati della regina di Francia ogni volta che si presenti l’occasione di aggiudicarsi – letteralmente - qualcosa che le sia appartenuto o che le sia riconducibile.

È quello che è accaduto qualche giorno fa, quando una piccola scarpa di seta bianca e pelle di capretto, appartenuta a Maria Antonietta e personalizzata con una particolare iscrizione sul tacco: “Soulier de Marie-Antoinette donné à M. de Voisey” (Scarpa di Maria Antonietta donata a M.de Voisey), è stata battuta dalla casa d’aste Osenat Versailles, per ben 43.750 euro (partendo da una base d’asta tra gli 8 e i 10mila euro).

Sopravvivendo alle insidie dei secoli, la scarpa – un pezzo evidentemente “unico” (anche perché spaiato!), ma anche molto prezioso e delicato – è giunta a noi tramandata di mano in mano dalla famiglia d’una amica della prima cameriera della regina. Ora figurerà tra le rarità di un qualche facoltoso e stravagante collezionista, che, al di là dell’esosità della cifra pagata, si sarà aggiudicato un oggetto che è comunque il simbolo d’un epoca ed un frammento di storia.

È a questo punto quasi scontato giungere al paragone con la bizzarra vicenda che, sempre in questi giorni, ha portato alla ribalta un’altra calzatura, decisamente meno importante, raffinata e preziosa della scarpina di Maria Antonietta.
Le nuove sneaker marchiate dalla catena Lidl, del valore originario di 12,99 euro, sono diventate improvvisamente un oggetto del desiderio tale che, nel giro di ventiquattr’ore, ha visto lievitare il proprio valore in misura esponenziale. E lo stesso è stato per le ciabatte, i calzini e le magliette.

File incredibili di astanti si sono accalcate davanti ai supermercati della catena presenti in tutta Italia, replicando quanto nei mesi scorsi era avvenuto in Belgio, Finlandia Francia e Germania. In barba alle regole del distanziamento e del divieto d’assembramento, i feroci aspiranti all’acquisto di quelle - oggettivamente brutte - calzature si sono quasi azzuffati pur di accaparrarsene il maggior numero di paia possibile, svuotando in men che non si dica gli scaffali.

Quegli incomprensibili e misteriosi feticci sono, così, rapidamente scomparsi dalle comune catena di distribuzione, per ricomparire poco dopo su vari siti internet a prezzi centuplicati.

Non è chiaro perché tutto ciò sia accaduto, cosa possa aver innescato questo perverso meccanismo: è triste pensare che la ragione possa unicamente rinvenirsi nel becero uniformarsi a tendenze coniate per celia o per provocazione da quanti, forti della propria popolarità, tendono sempre più ad assumere il ruolo di burattinai ai danni d’un seguito stolto ed ignorante, consentendo perdipiù ad altri, astuti opportunisti, di approfittare di quell’ignoranza per le loro scandalose speculazioni.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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