10 aprile 2021

Diminuiscono le nuove partite Iva, resistono i professionisti

Il Ministero delle finanze ha pubblicato la sintesi dei dati dell’osservatorio delle partite iva relativi al 2020, dal quale emerge che durante l’anno appena trascorso sono state aperte circa 464.700 nuove partite iva, con una riduzione del 14,8% rispetto all’anno precedente. La contrazione delle nuove partite iva è una conseguenza dell’emergenza sanitaria che ancora affligge il tessuto economico nazionale.

I dati, tuttavia, non rappresentano una novità, perché confermano la tendenza della variazione della forza lavoro in Italia nel decennio successivo alla crisi del 2008 - 2011, già attestata dalla recente pubblicazione del quinto rapporto sulle professioni di Confprofessioni.

La tendenza, infatti, manifesta un incremento del lavoro dipendente ed una lieve flessione di quello autonomo, nel quale, in particolare, si segnala il crollo degli addetti nei settori tradizionali di artigiani, commercianti e coltivatori diretti, compensato almeno in parte dalla crescita dei professionisti.

Con riferimento al settore produttivo, invece, il commercio occupa il maggior numero di nuove partite iva con il 20% del totale; il settore è spinto dalle vendite online, alle quali afferiscono il forte aumento delle partite iva aperte da soggetti non residenti. Immediatamente di seguito al commercio si posiziona il settore delle attività professionali che raggiunge il 16,3%, dunque in piena coerenza con i dati del rapporto Confprofessioni.

“E’ possibile quindi, proprio sulla base di tali numeri, supporre che le professioni, nonostante abbiano dovuto subire gli effetti dei provvedimenti restrittivi all’esercizio delle attività, imposti per contrastare la diffusione del coronavirus, avrebbero potuto ulteriormente aumentare qualora fossero state maggiormente sostenute. Mi riferisco a tutte quelle tutele che se pur approvate da un punto di vista legislativo stentano ancora ad essere attuate” ricorda Falcone.

“Occorre ora dare immediatamente attuazione sia all’Iscro che all’esonero dei versamenti contributivi, già approvati con la legge di bilancio 2021 ma il cui termine di attuazione fissato per il 2 marzo è ormai scaduto. D’altra parte la conversione in legge del decreto sostegni deve essere l’occasione per approvare le disposizioni contenute nel disegno di legge malattia dei professionisti, la cui attuazione è bloccata dal parere negativo della Ragioneria dello Stato. “La completa assenza di tutele merita maggiore considerazione, anche alla luce del fatto che i tributaristi sono stati ritenuti essenziali nei mesi più difficili della pandemia, tanto è vero che gli studi di consulenza contabile e fiscale non hanno subito provvedimenti restrittivi. Il loro lavoro è stato necessario sia per raccogliere risorse a favore dello Stato, sia affinché gli aiuti concessi potessero arrivare ai beneficiari” esorta il presidente.
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