È forse il primo cashback della storia a cui nessuno spera di partecipare, ma rappresenta comunque un segno di “maturità” di Aspi (Autostrade per l’Italia SpA), consapevole che la presenza dei cantieri significa pesanti disagi per gli automobilisti.
Lavori ereditati dalla gestione precedente, necessari e non rimandabili per scongiurare altre tragedie come il ponte Morandi, anche sapendo che è scattato il mese delle vacanze per la maggioranza degli italiani, convinti per il secondo anno di fila a scegliere località del nostro Paese, e di conseguenza le autostrade. Nel 2020, l’Aspi ha speso 750 milioni di euro e altrettanti andranno via quest’anno per risistemare alcuni tratti della A1 Milano-Napoli, la A23 Udine-Tarvisio, la A7 Milano-Genova e la A10 Genova-Ventimiglia: per gli automobilisti vuol dire code, ritardi, pazienza.
Per questo, l’ad di Aspi, Roberto Tomasi, ha annunciato una forma di parziale compensazione, creando un meccanismo di indennizzo che al momento è stato presentato al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile e all’Antitrust, accompagnati da un fondo pari a 250 milioni di euro, valutato in base alle stime di traffico e ai cantieri autostradali.
Il cashback delle autostrade scatterà in automatico quando il tempo di percorrenza si allunga “in modo significativo” a causa della presenza di un cantiere, di restringimento della carreggiata o di corsie chiuse alla viabilità. L’unità di misura per far scattare il rimborso è il quarto d’ora: ma se su un percorso di quattro ore di viaggio un ritardo di 20 minuti non è sufficiente, al contrario raddoppia il tempo di percorrenza che in media i pendolari impiegano ogni giorno per raggiunge il posto di lavoro. Quando scatta, il rimborso è integrale e non riguarda soltanto la tratta interessata dai lavori.
Per calcolare l’entità dei ritardi, l’Aspi utilizzerà i dati di “Google Maps” che segnalano code e ritardi, incrociati prima con le presenze dei cantieri, e subito dopo con gli orari di entrata e uscita dall’autostrada di ogni singolo utente. È chiaro che chi è dotato di “Telepass” faciliterà la procedura, mentre chi paga con carte e in contanti dovrà inviare la foto dello scontrino attraverso la app “Free to X”, società di Aspi che si occupa di servizi avanzati per la mobilità. In caso di effettivo riscontro, la app notificherà il rimborso accantonando la somma in un portafoglio virtuale che sarà restituito a fine anno attraverso l’Iban.
La prima fase di test scatterà nei primi giorni di agosto, inizialmente coinvolgendo i 6.000 iscritti alla newsletter “Free to X”, con l’aggiunta delle associazioni dei consumatori. Tra il 15 ed 20 settembre è previsto l’avio della sperimentazione, per arrivare a regime entro il prossimo anno. Per illustrare l’iniziativa è prevista la presenza di stand nelle principali aree di servizio che forniranno spiegazioni sul funzionamento del cashback.
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