La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto importanti novità riguardo al congedo parentale, innalzando l'indennità a due mesi retribuiti all'80% dello stipendio. Questa misura rappresenta un importante supporto per i genitori lavoratori, mirato a migliorare la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. In questo articolo analizzeremo i dettagli delle nuove misure, i requisiti per accedere al congedo, le modalità di richiesta e le implicazioni future di questa normativa.
Introduzione al congedo parentale
Il
congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro concesso ai genitori lavoratori, sia pubblici che privati, per prendersi cura dei figli nei primi anni di vita. Questo strumento è fondamentale per
promuovere il benessere dei bambini e dei genitori, migliorare la conciliazione vita-lavoro e sostenere la parità di genere.
In Italia, il diritto al congedo parentale è regolato dal
Decreto Legislativo n. 151 del 2001 e successive modifiche, come il
Decreto Legislativo n. 105 del 2022. I genitori possono usufruire del congedo entro i primi 12 anni di vita del bambino, o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento. La durata complessiva del congedo è di massimo 10 mesi, estendibili a 11 se il padre si astiene dal lavoro per almeno 3 mesi consecutivi.
Il
congedo parentale è
fruibile sia in modalità continua che frazionata, anche a ore, e può essere richiesto anche dai genitori adottivi o affidatari. Tuttavia, sono esclusi i genitori con rapporti di lavoro cessato o sospeso, i lavoratori domestici e i lavoratori a domicilio.
Questa misura rappresenta una tutela essenziale per le famiglie, permettendo ai genitori di dedicare tempo e attenzione alla crescita e allo sviluppo dei propri figli, senza rinunciare alla propria carriera professionale.
Novità del 2024: due mesi all'80% dello stipendio
La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un'importante modifica al congedo parentale, prevedendo che per l'anno 2024 i genitori lavoratori dipendenti possano beneficiare di due mesi retribuiti all'80% dello stipendio. Questo rappresenta un incremento notevole rispetto agli anni precedenti, quando l'indennità per il congedo parentale era fissata al 30% della retribuzione media giornaliera per la maggior parte del periodo.
Nel dettaglio, la novità prevede che, oltre al primo mese già retribuito all'80% introdotto nel 2023, nel 2024 i genitori potranno usufruire di un ulteriore mese di congedo parentale con la stessa indennità aumentata all'80%. Tale beneficio è applicabile entro i primi sei anni di vita del bambino o entro sei anni dall'ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento.
Questa modifica si distingue nettamente dalla normativa precedente, dove il congedo parentale prevedeva indennità al 30% per un massimo di nove mesi, estendibili a dieci in particolari condizioni di reddito. L'obiettivo di questa misura è di promuovere una migliore conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Così facendo, si sostengono i genitori nei primi anni di crescita del bambino. A partire dal 2025, però, l'indennità per il secondo mese di congedo parentale sarà ridotta, rendendo il 2024 un anno particolarmente favorevole per chi decide di usufruire del congedo.
Dettagli sull’indennità di congedo parentale
L'indennità per il congedo parentale nel 2024 è calcolata in base alla retribuzione media giornaliera del genitore richiedente, considerata sul mese precedente l'inizio del periodo di congedo. La retribuzione è indennizzata all'80% per due mesi, una novità significativa introdotta dalla Legge di Bilancio 2024.
Per esempio, se un genitore percepisce una retribuzione mensile di 2.000 euro, l'indennità giornaliera al 30% per un mese (20 giorni lavorativi) sarà di circa 600 euro. Con l'innalzamento all'80%, la stessa indennità giornaliera raggiungerà circa 1.600 euro.
I criteri di idoneità comprendono l'essere lavoratori dipendenti, con il periodo di congedo fruibile entro i sei anni di vita del bambinoo dall'ingresso in famiglia in caso di adozione. L'indennità non spetta ai genitori con rapporti di lavoro cessato o sospeso e ai lavoratori domestici o a domicilio.
Procedure e Tempistiche per Richiedere il Congedo
Per
richiedere il congedo parentale, i genitori devono seguire specifiche procedure e rispettare determinate tempistiche. La domanda deve essere presentata all'INPS preferibilmente tramite il
portale online dell'istituto, utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE o CNS.
Il menu del servizio si suddivide nelle seguenti sezioni:
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Informazioni. Questa pagina descrive le prestazioni previste per le diverse categorie di lavoratori in caso di parto, adozione o affidamento.
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Manuali. Da questa sezione è possibile consultare e scaricare i manuali d'uso relativi alla funzionalità di "acquisizione domanda", disponibili per ogni categoria di lavoratore.
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Acquisizione domanda. Questa funzionalità consente la compilazione e l'invio della domanda di congedo parentale per le diverse categorie di lavoratrici e lavoratori.
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Annullamento domande. Permette di annullare una domanda già inserita.
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Consultazione domande. Consente di verificare lo stato delle domande inserite e inviate all'INPS.
Queste funzionalità sono progettate per semplificare la gestione delle richieste di congedo parentale, offrendo un supporto completo e accessibile direttamente online. In alternativa, è possibile richiedere il congedo anche tramite il
Contact Center INPS o tramite i
patronati autorizzati.
La domanda di congedo parentale deve essere inoltrata prima dell'inizio del periodo di astensione richiesto. Qualora la richiesta venga presentata successivamente, verranno retribuiti solo i giorni di congedo successivi alla data di presentazione. Per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti, l'indennità viene anticipata dal datore di lavoro.
Implicazioni Future e Previsioni per il 2025
A partire dal 2025, l'indennità per il secondo mese di congedo parentale scenderà al 60% della retribuzione, rispetto all'80% previsto per il 2024. Questa modifica potrebbe influenzare la decisione dei genitori di usufruire del congedo parentale, perché la riduzione dell'indennità rappresenta un sostegno economico inferiore durante il periodo di assenza dal lavoro. Le famiglie dovranno così pianificare attentamente l'uso del congedo, considerando l'impatto finanziario ridotto rispetto all'anno precedente.
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