Nel processo di gestione dell’impresa è sempre più avvertita la necessità di supportare le decisioni sia strategiche che operative con opportune misurazioni economico-finanziarie, sia di natura previsionale che “a consuntivo”.
Tale necessità nasce per tre esigenze fondamentali:
- per una corretta gestione delle imprese indipendentemente dalla dimensione, in quanto, la “gestione intuitiva” che ha caratterizzato l’imprenditoria dei decenni passati è gradualmente sostituita da una “gestione consapevole”;
- i rapporti con il sistema creditizio dal quale dipende la bancabilità e il costo del denaro;
- i rapporti commerciali con gli enti pubblici specie in ambito sanitario e alimentare, in quanto, il Piano di Controllo Nazionale Pluriennale viene elaborato ai sensi del Titolo V del regolamento (UE) n. 2017/625, e le norme in materia di accreditamenti sanitario prevedono un Piano con il cosiddetto ciclo PDCA o ciclo di Deming: Plan - Do - Check – Act utilizzato per il controllo e il miglioramento continuo dei processi e dei prodotti in un’ottica a lungo raggio.
L’attività di pianificazione strategica si materializza con un elaborato che prende il nome di
Piano strategico. Quest’ultimo è formato da un piano industriale (business plan) e da un piano finanziario.
Pianificare comporta ispirarsi a obiettivi espliciti, di natura tipicamente economico-finanziaria e, necessita di un avanzamento della gestione e di un controllo della realizzazione dei risultati attesi. È per questa ragione che la pianificazione strategica è strettamente collegata al controllo di gestione.
Lo schema di redazione del Piano Strategico non è supportato da una normativa di riferimento.
Al suo interno è necessario inserire gli obiettivi e la mission che l’impresa si pone e la pianificazione finanziaria per raggiungerli.
Periodicamente, è necessaria una revisione del Piano Strategico al fine di verificare se gli obbiettivi prefissati siano stati centrati e, in caso di scostamenti, comprenderne le motivazioni (previsioni irrealistiche, eventi straordinari ecc…).
In altri termini, il Piano Strategico è un elaborato in cui si materializza l’attività di pianificazione strategica, di solito a due o cinque anni, con una revisione almeno semestrale degli obiettivi.
Sono presenti due parti, parallele e complementari che proiettano la gestione futura:
- il piano industriale, quindi il piano strategico che evidenzia la gestione operativa futura dell’azienda (commerciale, di produzione, di approvvigionamento, di ricerca e sviluppo, ecc.);
- il piano finanziario, che mette in luce gli investimenti da fare e come coprirli con mezzi di finanziamento quantitativamente e qualitativamente adatti.
Una volta chiariti gli obiettivi e con numeri alla mano, è possibile iniziare la stesura del Piano, anche se il contenuto sarà un divenire legato all’analisi dei risultati e alla risoluzione delle problematiche e della provvista.
Come si compone un piano strategico – Il piano strategico si articola in più parti, il contenuto è sia descrittivo che numerico, con l’ausilio di tabelle e grafici per dettagliare e rendere i dati leggibili e chiari.
Di solito si compone di un’introduzione, alcuni capitoli e le conclusioni.
All’interno dell’introduzione è presente una parte relativa alla “NO DISCLOSURE E DISCLAIMER”, a tutela della riservatezza del contenuto; e una contenente la descrizione dell’attività, la storia dell’azienda e gli obiettivi raggiunti.
Il primo capitolo deve illustrare le intenzioni strategiche o le idee imprenditoriali (che cosa produrre, per chi, come). Inoltre, deve evidenziare il modello di business da adottare, con gli obiettivi economico-finanziari di lungo periodo e le variabili-chiave su cui fare leva per raggiungerli. La previsione deve essere almeno triennale, partendo da
una situazione contabile provvisoria all’anno X, oppure dalla definitiva dell’anno X-1 se recente.
Nel secondo capitolo i risultati economico-finanziari attesi, contenuti nei bilanci preventivi pluriennali nei conti economici e negli stati patrimoniali preventivi, nel
rendiconto finanziario prospettico vengono accuratamente analizzati attraverso i sistemi di analisi e diagnosi economico-finanziaria allo scopo di pervenire a un
giudizio sulla fattibilità e convenienza del progetto. Vengono pertanto interpretati e messi in evidenza gli indici di bilancio compresi gli “indici della crisi”.
In ultimo le Conclusioni a cui si perviene dopo l’analisi del documento, tenuto conto dei risultati ottenuti.
È evidente che per la redazione del Piano Strategico
il controllo di gestione è fondamentale perché, con lo schema del ciclo di Deming che prevede la pianificazione, esecuzione e misurazione dei risultati, controllo e studio dei correttivi è possibile comprendere “come” , “quando” e “cosa” fare.
Da questo si evince che il Piano strategico non è un documento statico, ma in continuo divenire e soggetto a correttivi e integrazioni, perché rappresenta la vita dell’azienda e della sua strategia. Subisce le variazioni e gli scostamenti dei risultati della gestione e delle iniziative imprenditoriali in quanto deve essere uno strumento realistico e costruttivo.
Il piano strategico è un supporto indispensabile alle aziende di tutte le dimensioni, e in futuro diventerà uno documento di uso comune.
Attualmente, per esempio, è richiesto per presentare alcuni progetti agli Istituti di Credito ed evidenziare la capacità di restituzione del debito e la bontà degli investimenti; è un allegato fondamentale negli accreditamenti con il Servizio Sanitario Nazionale delle Strutture Sanitarie e in alcuni rapporti tra imprese ed Enti Pubblici.
Infine, non per importanza, consente agli imprenditori di monitorare i risultati attesi e programmare il futuro.