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La variante inglese “Alfa” con una percentuale del 74,9% sul numero dei casi, è la più diffusa in Italia. Dalle prime segnalazioni di sequenziamenti eseguiti nel mese di giugno, dal Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 dell’ISS, emerge un aumento, in percentuale, delle varianti “Kappa” e “Delta”, quella indiana e un suo sottotipo, che raggiungono il 16,8% rispetto al 4,2 % nel mese di maggio.
I dati sopracitati sono inclusi nel terzo bollettino dell’Iss “Prevalenza e distribuzione delle varianti di SARS-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia”, si riferiscono a 31.158 casi di infezione da Covid con genotipizzazione tramite sequenziamento (+2732 rispetto al rapporto del 6 giugno). Tali informazioni dimostrano, come in Italia, grazie alla piattaforma per la sorveglianza genomica delle varianti, stia migliorando la capacità di sequenziamento dei ceppi virali circolanti. Dal report, si evince, infatti, che la percentuale dei casi sequenziati sia in costante crescita con il 2,5% dei casi diagnosticati nel mese di giugno contro lo 0,5% di gennaio.
Nel dettaglio, per quanto concerne le varianti:
In merito, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, intervenendo su Sky tg 24, ha espresso la propria preoccupazione per “Delta” a causa della maggiore contagiosità, l’unica arma, al momento, è completare la campagna vaccinale, in modo da ridurre i rischi al minimo, e, ha, d’altra parte, invitato a perseguire la strada della cautela, rendendo noto che i dati Ecdc registrano un’incidenza del 4% in Lombardia, uno scenario da non sottovalutare. Nella medesima direzione anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale raccomanda un atteggiamento prudente, nonostante l’Italia sia stato uno dei primi Paesi ad adottare misure restrittive verso l’india e a disporre la quarantena per coloro in arrivo dalla Gran Bretagna.