“Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alle feste, io volevo avere il potere di farle fallire!”. Ogni volta che si torna a parlare di proroga dei versamenti, rigorosamente pensata, e a volte concessa, all’ultimo minuto, dopo settimane di grandi difficoltà, anche psicologiche, mi torna in mente il film, capolavoro del cinema italiano, “La grande bellezza”.
Personalmente, a differenza di Toni Servillo nel ruolo di Jap Gambardella, vorrei avere il potere di far fallire il banchetto imbandito dal MEF e dall’Agenzia delle Entrate per il prossimo 31 luglio 2023. Un potere che non può essere esercitato con sole le parole. Quali piccoli ingranaggi del grande sistema fiscale, l’Agenzia delle Entrate e il MEF, storicamente, hanno sempre ignorato le istanze dei commercialisti, le stesse, tutte uguali, che ogni anno vengono avanzate per rappresentare tutta l’inadeguatezza dell’odierno calendario fiscale. Comunicati stampa, denunce, prese di posizione. È tutto inutile se manca l’azione coordinata e congiunta di tutte le categorie professionali interessate da questo enorme problema.
Non parole, ma fatti per rovinare la festa, un modo per indurre gli “invitati” a non presentarsi. Ci sarebbe un modo per scardinare questo sistema impenetrabile alle richieste dei professionisti. Se fossimo liberi dai vincoli deontologici, i principi fondamentali sui quali si basa la nostra professione, tanto importanti quanto limitanti in queste occasioni di lotta per la categoria, dovremmo iniziare a sensibilizzare la nostra clientela e convincerla a ritardare consapevolmente i versamenti di pochi giorni, provvedendovi in ravvedimento operoso il 21 agosto 2023. Se fossimo tanto bravi da convincerli davvero della bontà dell’azione da perpetrare, per loro sarebbe una piccola spesa, per noi una grande conquista. Se al 31 luglio 2023 le imposte non arrivassero, sai che divertimento…
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