Per gli automobilisti, tradizionale categoria da “mungitura” a secco, tasse, balzelli e dispetti sono all’ordine del giorno. Ma fra caro carburanti e bonus malus assicurativi, quello che nessuno sopporta è il bollo auto.
La tassa regionale di proprietà a cadenza annuale, che ovviamente non tiene mai conto dei giorni in cui l’auto non si può utilizzare. Ci aveva provato anni fa un automobilista, presentando un ricorso che formalmente non faceva una piega, ma dargli ragione voleva dire restituire montagne di denaro.
Anche sul fronte bollo, qualcosa sta cambiando: le cartelle esattoriali degli automobilisti morosi sono incluse nel decreto Sostegni bis diventato legge. Una sanatoria che cancellerà le iscrizioni a ruolo fino a 5mila euro nel periodo fra il 2000 ed il 2010 per tutti coloro (persone fisiche e imprese) che nel 2019 hanno avuto un reddito inferiore a 30mila euro. Il decreto include bollo, superbollo e multe, con esclusione delle somme dovute per provvedimenti e sentenze penali di condanna, come ad esempio le multe per guida in stato di ebbrezza.
E per una volta, evento rarissimo, l’automobilista non deve fare ma aspettare con fiducia il prossimo mese di ottobre, data entro la quale l’Agenzia delle Entrate provvederà alla verifica e alla cancellazione del ruolo.
Ma se il supplizio del bollo auto non sparirà, potendo contare solo su una proroga dei pagamenti, il Superbollo voluto da Berlusconi nel 2011 e allargato dal governo Monti alle vetture con più di 185 kW, potrebbe invece svanire in quanto considerato una “microtassa” che le commissioni di Camera e Senato vorrebbero cancellare: le entrate che genera sono di gran lunga inferiori allo sforzo burocratico.
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