Un anziano su quattro rinuncia a visite ed esami medici, ad arrendersi sono soprattutto le donne. Pesano i costi e le attese, secondo il sistema di sorveglianza “Passi d’Argento” dell’Istituto Superiore di Sanità, che conferma le difficoltà sanitarie per una delle fasce più deboli della popolazione, quella anziana.
Cos’è il sistema di sorveglianza passi d'argento del Sistema Sanitario Nazionale - Passi d’Argento è il sistema di sorveglianza dedicato alla popolazione anziana, di 65 anni e più, che completa il quadro offerto dalla sorveglianza PASSI dedicata agli adulti.
Il sistema di sorveglianza PASSI d’Argento si caratterizza come una sorveglianza in Sanità Pubblica che raccoglie informazioni, dalla popolazione generale residente in Italia, su salute e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza o alle complicanze delle malattie croniche non trasmissibili. PASSI d’Argento raccoglie anche informazioni su alcune condizioni peculiari della popolazione ultra 65enne volte a descrivere la qualità di vita e i bisogni di cura e assistenza delle persone di questa fascia di età, ma con uno sguardo nuovo al fenomeno dell’invecchiamento, a partire dalla definizione di “invecchiamento sano e attivo” voluta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Sperimentato per la prima volta nel 2009, realizzato nel 2012 come indagine trasversale, PASSI d’Argento è stato avviato come indagine in continuo dal 2016 e portato avanti da ASL e dalle Regioni ed è in grado di restituire informazioni utili a livello territoriale per guidare le azioni di prevenzione e valutarne l’efficacia nel tempo.
I temi indagati in PASSI d’Argento sono molteplici e consentono di disegnare il profilo della popolazione ultra 65enne centrato sui tre pilastri dell’invecchiamento attivo, individuati dalla strategia Active Ageing dell’OMS: salute, partecipazione e sicurezza. Sulla salute e prevenzione vengono raccolte informazioni inerenti: la salute percepita, la soddisfazione per la propria vita, la qualità della vita connessa alla salute (unhealthy days), i sintomi di depressione (Patient Health Questionnaire-2) la presenza di patologie croniche e l’autonomia nelle attività funzionali e strumentali della vita quotidiana (ADL e IADL), la presenza di problemi sensoriali (di vista, udito, masticazione), le cadute, l’uso dei farmaci, la vaccinazione antiinfluenzale e fattori di rischio comportamentali (fumo, alcol, consumo di frutta/verdura, eccesso ponderale o perdita di peso involontaria, attività fisica (con lo strumento specifico PASE - Physical Activity Scale for Elderly).
Nell’ambito della partecipazione vengono raccolte informazioni sullo svolgimento di attività lavorative retribuite, sul supporto fornito alla famiglia o alla collettività e sulla partecipazione eventi sociali o a corsi di formazione. Infine sul tema della tutela vengono indagati aspetti inerenti l’accessibilità ai servizi socio-sanitari, alla qualità dell’ambiente di vita e alla sicurezza domestica, alla sicurezza del quartiere. L’ulteriore ricchezza di informazioni socio-anagrafiche raccolte consente di far emergere e analizzare le disuguaglianze sociali nella salute, nella qualità della vita e nei bisogni di tutela e assistenza delle persone anziane.
I dati raccolti dalle ASL vengono riversati via web in un database nazionale, cui hanno accesso i coordinatori aziendali e regionali, secondo un approccio gerarchico ognuno per i dati di propria competenza.
Risultati dell’ultima ricerca sulla tutela e sicurezza per gli anziani - Dal 2020, PASSI d’Argento rileva informazioni sulla rinuncia a visite mediche e/o esami diagnostici e le cause sottostanti. Il 24% degli ultra 65enni dichiara di aver rinunciato, ad almeno una visita medica o esame diagnostico di cui avrebbe avuto bisogno. Il 31% ha dichiarato di averlo fatto per timore del contagio da SARS-CoV-2, il 22% per sospensione del servizio a causa della pandemia di COVID-19 e il 36% a causa delle lunghe liste di attesa; il 7% ha rinunciato per difficoltà o scomodità nel raggiungere la struttura e il 5% perché non poteva sostenerne i costi.
Come afferma il commissario dell’Istituto Superiore della Sanità Rocco Bellantone “Il fenomeno della rinuncia alle cure negli anziani rappresenta una sfida cruciale per il Servizio Sanitario Nazionale, perché ne riassume in un certo senso tutti i problemi maggiori”. Dalla ricerca emerge che il 24% degli intervistati dichiara di aver rinunciato ad almeno una visita medica o un esame diagnostico di cui avrebbe avuto bisogno, e questa quota raggiunge il 37% nelle fasce sociali svantaggiate. Se si guarda alle motivazioni per cui oltre 3 milioni di italiani over 65 dichiarano di non aver eseguito test o terapie importanti per la loro salute si constata che in più di un terzo dei casi il motivo della rinuncia è dovuto alle liste d’attesa troppo lunghe o a problemi di tipo organizzativo, come la sede troppo lontana. Le motivazioni che hanno portato alla rinuncia hanno subito cambiamenti nel corso dei tre anni analizzati. La sospensione dei servizi o la chiusura degli studi medici a causa della pandemia è stata indicata come motivazione nel 45% dei casi nel 2020, ma scende al 31% nel 2021 e al 13% nel 2022; il timore del contagio da SARS-CoV-2, indicato nel 9% dei casi nel 2020, passa al 17% nel 2021, e scende al 7% nel 2022. Al contrario, le liste di attesa passano dal 10% nel 2020 al 23% nel 2021 e raggiungono il 49% nel 2022; mentre le difficoltà di accesso alle cure sono riferite dal 4% dei casi nel 2020 e nel 2021 e aumentano all’11% nel 2022.
Il Servizio Sanitario Nazionale nei suoi primi 45 anni è stato un supporto fondamentale nella crescita del Paese, riuscendo a garantire le migliori cure possibili alla popolazione con una equità e una qualità che ha pochi rivali nel mondo. Per mantenere questo suo ruolo però serve uno sforzo collettivo, senza colori politici, che consenta di fare una buona pianificazione in grado di superare i problemi emersi in questi anni, anche a causa della pandemia.