Una strategia utile a diffondere l’utilizzo del Pos è quella di ridurre le commissioni a carico delle piccole attività commerciali nei pagamenti di basso valore. E con questo obiettivo l’Abi e l’Associazione dei prestatori di servizi di pagamento hanno raggiunto un accordo e firmato un protocollo con Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Fipe. Si presterà attenzione, d’ora in poi, a limitare le commissioni sotto i 30 euro con un ulteriore occhio di riguardo per i pagamenti sotto i 10 euro. Secondo le stime di Confesercenti, l’accordo potrebbe portare a un risparmio sulle commissioni fino a 500 milioni di euro all’anno.
L’accordo, a quali attività si rivolge? - L’impegno è preso a favore dei piccoli esercenti, sotto una soglia di fatturato di 400mila euro. L’accordo è aperto all’eventuale adesione di altre associazioni di categoria degli esercenti, dei prestatori di servizi e dei gestori di circuiti di pagamento.
Confcommercio: “passo importante l’accordo sul POS”- L’accordo raggiunto per ridurre i costi dei pagamenti con Pos ha suscitato reazioni positive dalle associazioni. Il vicepresidente di Confcommercio, Manfred Pinger, ha commentato «La firma di questo protocollo rappresenta per le imprese un passo molto importante sul tema dell’equità e della trasparenza dei costi dei pagamenti elettronici che va, però, consolidato con un adeguamento complessivo della normativa sulla trasparenza. L’accordo - aggiunge - prevede, infatti, uno schema sintetico che rende per la prima volta comparabili tra loro le offerte promozionali di tutti gli intermediari e le condizioni applicate al termine delle promozioni. In questo modo le imprese sono finalmente più libere di scegliere e questo alimenta l’aspettativa di una mitigazione dei costi anche con un più frequente ricorso alla commissione-zero sui piccoli importi»
Oneri ridotti per le operazioni entro i 30 euro - In base al Protocollo d’intesa, banche e gestori di carte e circuiti dovranno promuovere iniziative commerciali nei confronti degli esercenti, volte a ridurre l’impatto dei costi delle transazioni di basso valore, cioè di importo non superiore a 30 euro. In particolare, tali iniziative commerciali dovrebbero essere significativamente competitive per quanto riguarda le transazioni di importo unitario almeno fino a 10 euro. Le iniziative commerciali andranno pubblicizzate per almeno 6 mesi e avranno durata non inferiore a 9 mesi. Il protocollo, secondo quanto comunicato, prevede che per accrescere la trasparenza dovrà essere utilizzato un apposito schema standard, allegato all’accordo di rappresentazione sintetica delle condizioni previste dalle offerte commerciali. Tale schema è finalizzato ad assicurare l'immediata comparabilità tra le iniziative commerciali.
C’è una cifra minima che un esercente può accettare con il POS? - L’utilizzo del POS è obbligatorio e non esiste alcuna soglia per rifiutare i pagamenti tramite questo sistema, senza rischiare di subire sanzioni.
POS, quanto costa agli esercenti tra commissioni e canone mensile- Il costo commissionale applicato agli esercenti dai principali operatori tradizionali in Italia si aggira intorno allo 0,7% a transazione, che diventa circa l’1% se si esclude la grande distribuzione organizzata (che sconta condizioni migliori).
Un dato inferiore alla media europea, dove raggiunge l'1,1-1,2%, e anche ai paesi in cui i pagamenti digitali sono più diffusi (per esempio, negli Stati Uniti supera il 2% in media). Tra l’altro, le commissioni sono scese del 30-40% negli ultimi 10 anni, andando a favore soprattutto dei piccoli esercenti. Un altro aspetto da considerare è poi il canone mensile, che dipende da diverse variabili incluse nel singolo pacchetto offerto dalla banca in questione.
A titolo esemplificativo, ci sono casi in cui il canone mensile è pari a zero e le commissioni sono all’1,70% per pagamenti su circuito Pago Bancomat e sui circuiti internazionali; i costi di attivazione sono pari a 14,90 euro. Inoltre, è possibile ottenere il rimborso delle commissioni sui pagamenti pari o inferiori a 10 euro fino a un massimo di 50 euro al mese per punto vendita. Casi invece in cui il canone mensile minimo è di 4,90 euro con un costo di installazione di 34,90 euro. Altri che per le transazioni superiori a 10 euro fanno pagare una commissione fissa di 0,20 euro, altri ancora che applicano una commissione fissa dell'1,95% del valore delle transazioni senza altri costi fissi né canone mensile. La situazione è premiante naturalmente per le imprese con grandi fatturati (oltre i 5 milioni di euro) che riescono ad avere commissioni pari a zero per transazioni sotto i 15 euro.
Si tratta tuttavia di informazioni difficilmente fornite in modo trasparente dagli operatori tradizionali, infatti, nei contratti di fornitura si indica in genere una forbice, con un valore minimo e un valore massimo, ma c’è tutto il tema della contrattazione, della dimensione dell'esercente, del rapporto che ha con la banca, che non viene prezzato. Un grande esercente, con diverse catene e un numero di transazioni particolarmente elevato, per esempio, può vantare un potere contrattuale maggiore e strappare commissioni più basse rispetto al piccolo esercente. Le banche negli ultimi anni stanno facendo un lavoro enorme nel cercare di ridurre le commissioni, ma non nel comunicarlo in maniera corretta e semplice agli esercenti.
POS: in calo le commissioni sulle transizioni - Le commissioni sono, da sempre, uno dei fattori che spinge molti esercenti a rifiutare il pagamento tramite Pos, ma le commissioni applicate dagli istituti alle transazioni effettuate con un Pos sono in netto calo.
Quello di oggi è il dato è il più basso degli ultimi 5 anni quando un pagamento tramite il circuito Pagobancomat comportava una commissione media pari all’1,92%. Per risparmiare ulteriormente vi consigliamo di scegliere un Pos fisso; infatti, la commissione applicata alla transazione è pari, in media, ad appena 1,01%. Anche i pagamenti con carte che utilizzano altri circuiti fanno segnare un’evidente tendenza al ribasso per quanto riguarda le commissioni applicate. Da una commissione media pari al 2,56% siamo passati ad una commissione pari all’1,35%. Il pagamento tramite Pos fisso continua ad essere la scelta più conveniente per gli esercenti con una commissione media pari all’1,12% mentre per un Pos mobile viene richiesta una commissione dell’1,4%.
POS: in calo i costi fissi di dotazione -Oggi si nota un drastico calo anche dei costi fissi da sostenere per munirsi di un Pos per la propria attività. La spesa media iniziale è di 28 euro con un calo del 59% rispetto al 2017. C’è una differenza di oltre 20 euro per la spesa iniziale da sostenere per un Pos Mobile (33,28 euro) e quella per un Pos Fisso (9,29 euro).
In diversi casi, inoltre, il Pos non prevede alcuna spesa iniziale con gli esercenti, che possono ottenere il dispositivo senza alcun esborso ma sottoscrivendo un abbonamento mensile. Da notare, inoltre, che anche per quanto riguarda i costi periodici si registra un sostanziale calo rispetto al 2017, infatti, il canone mensile medio del Pos che professionisti e esercenti devono sostenere è di 8,93 euro.
Nel corso degli ultimi 5 anni, infatti, il canone mensile del Pos si è ridotto del 50,7%. Da notare che scegliere un Pos Mobile è ancora più conveniente con un canone medio pari ad appena 8,73 euro al mese che conferma la praticità dell’utilizzo di questa particolare tipologia di Pos per accettare i pagamenti.
Complessivamente, quindi i costi fissi per il POS sono in calo. Rispetto a 5 anni fa, infatti, in media, la spesa iniziale per il Pos è inferiore di circa 49 euro mentre il canone mensile si è ridotto di quasi 10 euro. Munirsi di un Pos per poter accettare pagamenti, quindi, è diventato molto meno costoso, sia considerando l’investimento iniziale che i costi di mantenimento.