Londra non riesce a fare a meno di chiedersi cosa si nasconda sul mistero che sta tenendo banco nella City: l’improvvisa e inspiegabile uscita di scena di Tony Prestedge, vice amministratore delegato di “Santander UK”, candidato in pectore a prendere il posto fra pochi mesi dell’attuale ad, Nathan Bostock.
Prestedge era entrato in Santander lo scorso settembre come vice amministratore delegato senior, con la prospettiva di prendere il posto di Bostock entro quest’anno, ma la notizia della sua misteriosa uscita di scena, dopo soli 11 mesi, è stata tenuta sotto il massimo riserbo dalla banca, che in proposito non ha neanche rilasciato una dichiarazione ufficiale.
Un silenzio assordante che nella City sta scatenando la curiosità di sapere ciò che è successo dietro le quinte di uno dei più grandi istituti di credito della Gran Bretagna, anche perché, formalmente, l’uscita di Prestedge lascia Santander senza alcun candidato al ruolo di vertice.
Prima dell’arrivo di Pestedge, Susan Allen, amministratore delegato del retail e business banking, era stata indicata come candidato ideale, ma anche lei ha appena lasciato l’istituto, pare per via di una profonda revisione di contenimento dei costi.
Prima di unirsi a Santander, Prestedge ha ricoperto il ruolo di direttore operativo di “Test and Trace”, lavorando al fianco della baronessa Dido Harding: arrivava da un decennio trascorso come vice amministratore delegato alla “Nationwide Building Society”.
Nel silenzio più assoluto in cui tutti si sono trincerati, spicca soltanto la voce di una fonte – che ha chiesto l’anonimato - vicina a Prestedge: “Tony ha rinunciato ad un ruolo di prestigio alla Nationwide e rifiutato l’offerta di in un’altra grande banca perché credeva fortemente in Santander. Ma tutte le grandi organizzazioni hanno una propria politica, e arrivando dall’esterno la probabilità di non adattarsi alla cultura o che quella cultura ti rifiuti è sempre abbastanza alta”.
Secondo un ex funzionario di Santander lo scorso aprile c’erano stati segnali preoccupanti per Prestedge, quando il presidente William Vereker ha annunciato l’avvio di un percorso per individuare il prossimo ad, lasciando a intendere che la sua promozione ad amministratore delegato non fosse affatto scontata. Prestedge era stato nominato sotto il precedente presidente di Santander UK, la baronessa Shriti Vadera. Vereker ha assunto il ruolo di presidente lo scorso novembre, due mesi dopo l’ingresso di Prestedge.
Un momento di agitazione che arriva a ridosso di una rivoluzione interna che porterà la banca spagnola a lavorare in modo più assiduo con le filiali europee. Oltre a eliminare il ruolo di chief executive del retail e business banking, Santander UK inizierà anche a condividere più risorse con il business europeo. La mossa di allineare la banca britannica con il resto dell’Europa ha sollevato domande sull’indipendenza del business britannico, per lungo tempo visto come un mercato difficile per il gruppo spagnolo, nonostante la sua recente forte performance.
La scorsa settimana, i guadagni del gruppo hanno mostrato che il Regno Unito è stato uno dei mercati con le migliori prestazioni dell’anno, grazie alla crescente domanda di mutui. Santander ha riferito che l’utile è aumentato di oltre il 400%, arrivando a 751 milioni di sterline rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Santander, prima banca spagnola, è arrivata nel Regno Unito nel 2004, quando ha acquisito Abbey National, seguita nel 2008 dalla Alliance & Leicester e di parte della Bradford & Bingley.
La banca, allora gestita dal futuro capo della Lloyds Bank Antonio Horta-Osorio, era vista come il più grande sfidante di Lloyds, NatWest, HSBC e Barclays. Ma al momento, le Big Four di Londra dominano incontrastate il mercato.
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