Per Dubai, forse la più celebre metropoli degli Emirati Arabi Uniti, la missione è riuscita perfettamente: da piccolo e umile porticciolo per la pesca e la raccolta delle perle, fin dagli anni Settanta è stata protagonista di una crescita immobiliare impressionante e di una politica che dopo aver vissuto i fasti del petrolio ha deciso di diversificare, trasformandosi in una manciata di anni in una meta turistica di prim’ordine ma anche uno dei primi 10 hub economici e finanziari del pianeta, secondo il parere del “Global Financial Centres Index”, dove l’estrema semplificazione per l’accesso al credito e per le transazioni internazionali ha fatto il resto.
Tutto questo, unito ad una qualità globale della vita invidiabile, un tasso di criminalità tra i più bassi al mondo e un clima che (estate a parte) è sempre assai clemente, l’ha resa una delle nuove capitali del mondo, un punto dove oriente e occidente si incontrano e soprattutto dove i valori dell’ospitalità e della tolleranza sono stati la garanzia per una crescita demografica senza eguali.
Una sorta di habitat creato su misura per attirare gli investimenti, con politiche e vantaggi non da poco come l’assenza di imposte sul reddito, sufficienti per massimizzare i profitti rispetto a Paesi come l’Italia - uno a caso - dove il carico fiscale ha un notevole peso specifico. Da qui, la fuga di massa degli italiani verso Dubai, quantificata dall’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) in un aumento del 23% di presenze in soli cinque anni.
Nel 2023, il report “Ease of Doing Business” realizzato dalla Banca mondiale, metteva Dubai ai primi posti per l’estrema facilità con cui avviare un’attività imprenditoriale. E la conferma è arrivata anche dal “DIFC” (Dubai International Financial Centre), il registro delle società con sede nell’emirato, che ha certificato l’avvio di 30mila nuove attività.
E anche andando avanti con i dati, alla faccia di guerre, crisi e tensioni geopolitiche, il PIL dell’emirato continua a crescere imperterrito: lo scorso anno ha superato i 115 miliardi di AED, che significa il +3,2% rispetto all’anno precedente.
Ma il meglio - come si dice - deve ancora arrivare. Nel gennaio del 2023, Sua Altezza lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktoum, Vice Presidente e Primo Ministro degli EAU ed Emiro di Dubai, ha presentato “D33”, la nuova agenda economica che disegna l’ambizioso futuro di Dubai. L’Agenda racchiude progetti innovativi che porteranno a una crescita economica sostenibile e al raddoppio del PIL entro il 2033, rendendo Dubai la città più veloce, sicura e connessa di tutto il mondo. “Facendo leva sulla sua posizione strategica e sulle infrastrutture all'avanguardia, Dubai si affermerà come il paese più vantaggioso per fare affari e per gli investimenti nazionali e internazionali, attraendo imprese e professionisti di talento dagli EAU e da tutto il mondo”.
Ma senza mai dimenticare la vocazione turistica, che nel 2024 ha fatto registrare 18,7 milioni di visitatori, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno, l’occupazione media del settore è salita al 78,2%, mentre i pernottamenti totali sono aumentati toccando quota 43,03 milioni, con una crescita del 3% rispetto ai 41,70 milioni del 2023.
Secondo Helal Saeed Almarri, direttore generale del Dipartimento dell’Economia e del Turismo di Dubai: “Grazie a un’attenta pianificazione e a un’implementazione dinamica e agile delle strategie, Dubai è riuscita a superare le sfide economiche e geografiche globali per raggiungere una crescita record del turismo per il secondo anno consecutivo, avendo ripreso da tempo la sua traiettoria ascendente pre-pandemica. Questo risultato non è una pietra miliare isolata, ma un pilastro fondamentale della strategia di crescita diversificata di Dubai, che alimenta gli obiettivi interconnessi D33 - che comprendono l’acquisizione di talenti, l’afflusso di IDE e la competitività globale delle imprese che operano nell’ecosistema di Dubai”.