L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme della variante Delta, alla quale a causa della sua maggiore contagiosità sono correlati il maggiore rischio di ospedalizzazione e la resistenza ai vaccini.
Nel Regno Unito, la variante indiana desta preoccupazione, poiché ha comportato una nuova ondata di infezioni, nonostante l’elevato numero di vaccinati. Tale scenario ha permesso di definire quali siano le categorie di persone più esposte al rischio contagio.
Dai dati diffusi dalla Public Health England (PHE) si evince che la variante Delta è stata riscontrata nel 95% dei campioni esaminati, soprattutto nei giovani non ancora vaccinati o che non hanno completato il ciclo di immunizzazione. Nel dettaglio, tra 92.000 casi di variante Delta, sequenziati nel periodo che intercorre tra febbraio e giugno, 82.500 sono stati registrati in persone under 50 e perlopiù non vaccinati, mentre i decessi si sono verificati nella popolazione più anziana, con età superiore ai 50 anni. Tra i giovani, le morti a causa della variante indiana sono state otto, di cui sei persone non vaccinate e due che non avevano ricevuto la somministrazione della seconda dose. Tuttavia, sia Pfizer che AstraZeneca hanno mostrato una buona efficacia nel contrasto dell’infezione.
Il motivo per cui la variante Delta si sta diffondendo soprattutto tra i giovani è dovuta al fatto che il maggior numero di vaccini è stato destinato agli anziani, e, di conseguenza, i giovani possiedono una minore protezione, chiaro fattore di quanto sia fondamentale ricevere entrambi le dosi di vaccino.
Si stima che la variante indiana diventerà il ceppo dominate in Europa e in Italia ed entro il mese di agosto sarà responsabile del 90% dei contagi. Tale scenario si è già verificato nel Regno Unito, e come evidenzia PHE, Delta continua a dimostrare un tasso di crescita elevato rispetto alla variante inglese Alfa. Nell’ultima settimana i contagi si sono assestati a quota 35.000 contagi (46%) per un totale di circa 112.000 nuove infezioni. Infine, la preoccupazione per la variante Delta è dovuta sia alla maggiore trasmissibilità, ma soprattutto, all’elevato rischio di ospedalizzazione rispetto ad Alfa.
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