26 marzo 2015

Commercialisti e 730... Occhio alla fregatura

A cura di Antonio Gigliotti

in questi giorni pagine intere dei giornali sono dedicate alla grande trovata del secolo: il nuovo, rivoluzionario Mod. 730 precompilato! L'invenzione che risolverà tutti i problemi legati alle dichiarazione dei redditi per pensionati e dipendenti! Un modello che negli ultimi giorni è stato anche completato con una circolare dell'Agenzia delle Entrate che risolve ogni dubbio e tanti video collegati che spiegano come collegarsi per richiedere la password, scaricare il modello e procedere ai relativi controlli.

Detto questo, è chiaro che non ho alcuna intenzione di ripetere le mie opinioni circa l’utilità o meno del nuovo modello. Tutti sapete infatti come la penso su quest’ultima invenzione. Eppure non posso tacere davanti ad affermazioni eclatanti che tentano in realtà di nascondere il fatto che questa novità coincida con una colossale fregatura per noi professionisti.

In prima battuta, ormai è chiaro che noi consulenti diventeremo responsabili di sanzioni ed imposte qualora si dovesse sbagliare qualcosa. Una situazione del genere in passato non si è mai verificata, in quanto il responsabile è sempre stato il contribuente. Inoltre, nei casi in cui l’errore dipendesse da noi, proprio per non sottrarci a eventuali responsabilità, interveniamo con una relativa polizza pronti a rimborsare il nostro cliente per le sanzioni che ha dovuto pagare.

Se fino a pochi giorni fa avevamo coltivato la speranza in una possibile copertura assicurativa per imposte e sanzioni derivanti dal mod 730, ora dobbiamo fare i conti con la realtà nuda e cruda: se ci saranno errori nei 730, a prescindere da chi ne sia il responsabile, dovrà essere il professionista ad aprire il portafoglio e pagare. Poi, magari dopo una contesa di quindici anni, se riusciremo a dimostrare che l’errore era del contribuente, potremo essere risarciti.

Ma c’è un’altra cosa che mi terrorizza. Dunque, dalla circolare viene invocato il principio del legittimo affidamento dei cittadini che si rivolgono a operatori specializzati come i professionisti e i Caf, per giustificare le nuove e pesanti sanzioni previste nell'articolo 6 del decreto semplificazioni in materia di visto infedele. Ora, seguendo il ragionamento delle Entrate, i professionisti e i Caf saranno tenuti al pagamento di un importo corrispondente alla somma dell'imposta, degli interessi e della sanzione che sarebbe stata richiesta al contribuente perché quest'ultimo, essendosi rivolto a tali operatori specializzati, ha diritto di vedere definito, a tutti gli effetti, il suo rapporto con il fisco. Come potrete notare, viene affermata e introdotta un’interpretazione della volontà legislativa che non mi sento assolutamente di condividere. Perché? Perché se dovesse passare questo principio, come ispiratore del legislatore per tutti noi che operiamo in campo tributario, verrebbe introdotto un precedente pericoloso che sarebbe quasi impossibile da non considerare.

In buona sostanza, cari colleghi, sapete cosa potrebbe accadere se dovesse passare questa interpretazione? Adesso per il 730, domani per altro, ogni qual volta, dopo essersi rivolto a noi, un cliente dovesse ricevere un accertamento fiscale da cui conseguono sanzioni e imposte, lo stesso si sentirebbe autorizzato a invocare tale principio giuridico con conseguente accollo delle responsabilità in capo al professionista.

E non è finita, perché le perplessità aumentano quando leggo sui giornali una dichiarazione del direttore dell'Agenzia delle Entrate. La Orlandi ha affermato che con il nuovo 730 precompilato "non ci sono più noie nemmeno per la vecchietta" aggiungendo che "in questo paese molte preoccupazioni sono strumentali". Come dire, cari colleghi, che noi non abbiamo capito niente, che siamo alle solite con i lamenti di sempre e che le nostre recriminazioni sono strumentali. Bene, allora chiederei al direttore Orlandi di mettere un suo familiare pensionato davanti a un pc e di verificare se questi riesce a seguire tutta la procedura, considerato che trattasi di un gioco dove nemmeno la vecchietta riscontrerebbe problemi! Io ho provato a fare un esperimento su mia madre e dopo un po’ mi ha detto se avevo voglia di scherzare!

Ma per favore, direttore Orlandi, da persona intelligente quale Lei è, per la quale nutro stima, almeno Lei non ci prenda in giro, abbiamo già tanti palloni gonfiati al Parlamento che quotidianamente parlano di cose che non conoscono e prendono per i fondelli tutti noi poveri contribuenti... Non Lei, per favore!

Mi chiedo se sia possibile che per portare un pezzo di pane a casa bisogna mandar tutto giù! Giù non c'è più posto… tra poco verrà tutto fuori...

Chi non ha sdegno, non ha ingegno”, recita il comune buon senso. Io, come commercialista, sono sdegnato e vorrei che qualcuno abbracciasse questo sdegno condiviso e lo trasformasse in ingegno per cambiare in meglio le cose.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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