Tra i principi aggiornati nell’agosto 2014 vi è anche l’Oic 26, dedicato alle poste in valuta. Il principio contabile in oggetto chiarisce un’importante distinzione: quella tra elementi monetari ed elementi non monetari. Gli elementi monetari sono rappresentati dalle attività e passività che comportano il diritto ad incassare o l’obbligo di pagare, a date future, importi di denaro in valuta determinati o determinabili. Sono elementi monetari: i crediti e debiti, le disponibilità liquide, i ratei attivi e passivi e i titoli di debito. Le poste appena richiamate devono essere convertite al cambio corrente alla chiusura dell'esercizio. Sono invece elementi non monetari le attività e le passività che non comportano il diritto ad incassare o l’obbligo di pagare importi di denaro in valuta determinati o determinabili. Sono quindi elementi non monetari: le immobilizzazioni materiali e immateriali, le partecipazioni e altri titoli che conferiscono il diritto a partecipare al capitale di rischio dell’emittente, le rimanenze, gli anticipi per l’acquisto o la vendita di beni e servizi, i risconti attivi e passivi. Gli elementi non monetari sono iscritti in bilancio al cambio storico. Tuttavia, in questo caso, per poter stabilire se tale costo possa essere mantenuto in bilancio occorre confrontarlo, secondo i principi contabili di riferimento, con il valore recuperabile (per le immobilizzazioni) o con il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato (per le poste in valuta non monetarie iscritte nell’attivo circolante). Merita infine di essere ricordato che, ai fini fiscali gli utili e le perdite su cambi concorrono alla determinazione del reddito d’impresa solo se realizzati.
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Le poste in valuta (315 kB)
Le poste in valuta - Fisco & Contabilità N. 35-2014
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