10 marzo 2015

Accertamento. Atti per relationem

Fiscal Approfondimento N. 9-2015

Alcune recenti decisioni della Suprema Corte di Cassazione1 hanno restituito attualità al tema della motivazione di atti d’accertamento operata “per relationem”, ossia attraverso il richiamo ad altri atti già a conoscenza o conoscibili da parte del contribuente.
Particolarmente interessanti appaiono, infatti, le considerazioni recentemente svolte dai giudici in alcuni arresti in cui è stata offerta una lettura ragionata delle previsioni normative che regolano la materia. In tale contesto, si inquadra anche la recente ordinanza della Corte di Cassazione n. 7493 del 21 marzo 2014 relativa a un avviso di accertamento notificato dall’Amministrazione Finanziaria al curatore fallimentare e motivato, per relationem, mediante rinvio a un processo verbale di constatazione non allegato all’atto impositivo, in quanto notificato, in precedenza, al contribuente ancora in bonis. Tanto premesso, l’intervento partirà dall’analisi delle previsioni normative che impongono, su un piano generale, alla Pubblica Amministrazione e, più in particolare, all’Amministrazione Finanziaria, l’obbligo motivazionale, per poi proseguire - attraverso l’illustrazione della più significativa giurisprudenza di legittimità - con la verifica in ordine alla compatibilità fra detta interpretazione e le soluzioni concretamente adottate dall’Amministrazione Finanziaria. In conclusione proporrò alcune personali considerazioni.
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