Nella parte I si tratta della problematica dei tempi di decadenza del potere di accertamento relativamente ai crediti d’imposta esposti nelle dichiarazioni dei redditi.
Il caso: il contribuente ha riportato il credito nel corso di più anni e solo alla scadenza dei termini del periodo di accertamento ha prodotto istanza di rimborso, ritenendo di non dover subire alcun controllo sulla dichiarazione. La Corte di Cassazione, invece, ha distinto l’applicazione del principio di decadenza a seconda che si tratti di un credito dell’A.F., per il quale vale il termine per l’accertamento, a differenza del caso di debiti della stessa A.F., per i quali il tempo è determinato dalla data in cui il contribuente aziona il diritto.
Ne conseguono le problematiche relative alla prova ed ai termini di tenuta della contabilità.
Nella parte II, si tratta di un diverso tema, sempre collegato ai periodi di imposta, però nella fase di contenzioso; in particolare il tema riguarda la sovrapposizione del giudicato qualora si tratti della medesima questione giuridica. Nello specifico esaminato dalla Corte di Cassazione si tratta di una perdita di esercizio, già oggetto di rettifica, con altro atto dell’Agenzia, ancora pendente in contenzioso.
Il principio affermato dalla Cassazione, per evitare un conflitto di giudicato, riguarda la sospensione della procedura ai sensi dell’art. 295 c.p.c. che il nuovo giudice tributario adito deve applicare.
Per sbloccare i contenuti,
Abbonati ora o acquistali singolarmente.
-
Autonomia periodi di imposta (323 kB)
Autonomia periodi di imposta - Fiscal Approfondimento n. 65 - 2018
€ 5,00
(prezzi IVA esclusa)
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata