Le quotazioni OMI non costituiscono una fonte tipica di prova del valore venale in comune commercio del bene oggetto di accertamento, essendo idonee a condurre ad indicazioni di valore di larga massima. È questo, in sintesi, il principio espresso dagli Ermellini con la sentenza n. 4076 del 18 febbraio 2020, che ci induce ad esaminare la questione nel suo complesso, rilevando, altresì, le indicazioni operative offerte dalle Entrate in ordine alle modalità di controllo.
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L'OMI non basta - Focus n. 25 - 2020
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