Verifiche. Controlli ai professionisti. 2^parte

Nell’ambito della verifica fiscale eseguita nei confronti del professionista, l’indagine finanziaria costituisce uno degli strumenti investigativi preferiti dall’Amministrazione Finanziaria, per la sua evidente semplicità di gestione ed indiscutibile efficacia.
Peraltro, l’efficacia dello strumento si è notevolmente incrementata nel tempo, grazie al potenziamento dello strumento investigativo sotto i profili:
- soggettivo, dato dall’ampliamento della platea di intermediari finanziari che possono essere destinatari delle richieste del Fisco;
- oggettivo, derivante dall’ampliamento delle tipologie di operazioni e rapporti che possono essere oggetto di specifica richiesta di approfondimento da parte del personale ispettivo;
- tecnico, atteso il potenziamento telematico del sistema d’interfaccia tra operatori del Fisco e intermediari finanziari, ossia gli interlocutori del procedimento di acquisizione del materiale informativo su cui poi fondare l’ispezione e il successivo accertamento tributario.
In sostanza, dal 30 maggio scorso, il Fisco dispone di una banca dati di assoluto rilievo, disponibile presso una sezione dedicata dell’Anagrafe tributaria, un patrimonio informativo sui rapporti finanziari del professionista, costituito:
- dal censimento dell’esistenza di ogni suo rapporto con gli operatori finanziari residenti, in essere almeno dal 1° gennaio 2005, nonché dell’esistenza di operazioni cc.dd. “fuori conto” poste in essere presso gli stessi intermediari a partire da tale data;
- dall’ammontare dei saldi di conto, nonché dall’ammontare complessivo annuo degli accreditamenti ed addebitamenti sui medesimi conti, a partire dal 1° gennaio 2011 (allo stato, fino al 31/12/2014).
Con il presente approfondimento verranno descritte le procedure che consentono all’Amministrazione Finanziaria di acquisire il materiale informativo custodito presso l’Anagrafe tributaria, evidenziando anche l’evoluzione, in termini di potenziamento, di tale banca dati.