Le istruzioni ad alcuni modelli degli studi di settore prevedono, in determinati casi, ipotesi di complementarietà. Un’attività si definisce complementare quando è esercitata, in via non prevalente, con un’attività prevalente che l’attrae nel proprio (e diverso) studio di settore. Lo studio utilizzato per l’attività prevalente è, infatti, elaborato in maniera tale da ricomprendere le attività complementari da esso individuate, con la conseguenza che, in pratica, tutte le attività esercitate sono viste come un’unica attività. Tipico l’esempio del contribuente che esercita prevalentemente attività di albergo (studio VG44U) ed, in via secondaria, di ristorante (studio VG36U); nel caso in esame, lo studio di settore applicabile (studio VG44U) ricomprende, per espressa previsione, l’attività secondaria di ristorante.
Per sbloccare i contenuti,
Abbonati ora o acquistali singolarmente.
-
Studi di settore la complementarietà (133 kB)
Studi di settore la complementarietà - Speciale Dichiarazioni N. 37-2013
€ 5,00
(prezzi IVA esclusa)
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata