L’installazione di strumenti dai quali possa derivane un controllo sull’attività dei lavoratori è stata per lungo tempo “demonizzata” dal Legislatore, con un controllo non indifferente e forse a tratti eccessivo: ciò per il fatto, soprattutto, che mentre l’innovazione tecnologica è progredita, facendo in modo che strumenti di questo tipo si espandessero a macchia d’olio, la normativa era rimasta invece immutata fin dagli anni ’70. La riforma dell’articolo 4 dello St. Lav. è intervenuta con il D.Lgs. 151/2015, di attuazione del Jobs Act, e ha creato una diversa configurazione dell’obbligo di installazione. Ma non solo: il correttivo al Jobs Act, approvato dal Governo e in vigore dall’8 ottobre, ha apportato un’ulteriore modifica all’articolo citato. Con il presente contributo si vogliono approfondire le modalità pratiche derivanti dall’obbligo in questione, anche alla luce dell’ultima modifica citata, comprese le modalità di installazione e i requisiti degli strumenti in questione.
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Controlli a distanza. Come rispettare la normativa (202 kB)
Controlli a distanza. Come rispettare la normativa - InPratica n. 7 - 2016
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