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Occhio ai termini per porre a conguaglio l’importo anticipato nella denuncia contributiva mensile per il pagamento delle integrazioni salariali. Infatti, per i trattamenti richiesti a decorrere dal 24 settembre 2015 (data di entrata in vigore del D.lgs. n. 148/2015) o, se richiesti antecedentemente, non ancora conclusi entro tale data, viene introdotto un termine di decadenza pari a 6 mesi, dalla fine del periodo di paga in corso alla scadenza del termine di durata della concessione o dalla data del provvedimento di concessione se successivo, entro il quale sono ammessi il conguaglio (data presentazione UNIEMENS) o la richiesta di rimborso delle integrazioni corrisposte ai lavoratori.
Laddove i trattamenti siano stati già autorizzati e il periodo di integrazione salariale si è concluso prima della predetta data, i sei mesi decorrono dal 24 settembre 2015.
Ciò è quanto si legge nella corposa Circolare n. 197/2015 dell’INPS, che fornisce le prime istruzioni operative in merito ai recenti ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro rivisitati dal D.Lgs. n. 148/2015.
Sulla base del suddetto esempio è possibile dedurre che nulla è innovato per quanto concerne le modalità di erogazione delle integrazioni salariali che viene effettuato dall’impresa ai dipendenti aventi diritto, alla fine di ogni periodo di paga. L’impresa provvederà a porre a conguaglio l’importo anticipato nella denuncia contributiva mensile. In caso di cessazione di attività l’azienda potrà richiedere il rimborso mediante l’invio di un flusso UNIEMENS regolarizzatore riferito all’ultimo mese di attività.
Nel caso di serie e documentate difficoltà finanziarie dell’impresa, e qualora la stessa abbia richiesto un trattamento ordinario d’integrazione salariale, la sede dell’INPS territorialmente competente potrà autorizzare il pagamento diretto al lavoratore, con il connesso assegno per il nucleo familiare, ove spettante. Nel caso delle integrazioni salariali straordinarie, la competenza all’autorizzazione del pagamento diretto da parte dell’INPS rimane radicata in capo al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali secondo le procedure attualmente in uso