20 agosto 2013

Debiti INPS. La responsabilità penale non è regolarizzabile

La rateazione contributiva è concessa per un massimo di 24 mesi, con possibile prolungamento fino a 36 rate su richiesta del contribuente

Autore: Redazione Fiscal Focus
Premessa – In caso di rateazione dei debiti contributivi, è possibile regolarizzare la propria posizione solo ai fini del Durc, e non anche ai fini di eventuali responsabilità penali. Infatti, in presenza di ritenute operate sulle retribuzioni dei lavoratori, l'istanza di dilazione si trasforma in autodenuncia. In tal caso, l'INPS procederà a segnalare il richiedente alla procura della repubblica.

La dilazione – Come di consueto, la dilazione contributiva è concessa fino a un massimo di 24 mesi, mentre la decisione dell’importo del debito da corrispondere spetta al direttore provinciale oppure a quello regionale ovvero al direttore centrale Inps. In particolare, i direttori provinciali dell’INPS:
- decidono le rateazioni fino a 24 mesi dei debiti contributivi in fase amministrativa, nel limite d’importo di euro 500.000;
- esprimono il parere sull’estensione della rateazione fin a 36 rate, nel limite d’importo di euro 500.000;
- danno esecuzione all’autorizzazione del Ministero del Lavoro sull’estensione della dilazione a 36 rate.

Mentre i direttori regionali dell’INPS:
- decidono le rateazioni fino a 24 rate dei debiti contributivi in fase amministrativa, nel limite d’importo superiore a euro 500.000 e fino a euro 1.000.000;
- esprimono il parere sull’estensione della rateazione fino a 36 rate, nel limite d’importo superiore a euro 500.000 e fino a euro 1.000.000.
Infine, il direttore centrale ha il compito di monitorare e verificare la puntuale e uniforme applicazione della normativa in materia di rateazione dei debiti contributivi da parte delle strutture territoriali finalizzata all’individuazione delle eventuali azioni correttive. Esso decide sulle domande di rateazione nel limite di 24 rate per i crediti di importo superiore a euro 1.000.000. Inoltre, esprime il parere anche sull’estensione della rateazione fino a 36 rate nell’ambito degli importi di competenza (oltre 1 milione di euro).

La domanda di rateazione – L’istanza di rateazione viene definita con un provvedimento motivato di accoglimento, il quale è comunicato al contribuente all'indirizzo Pec o al numero di fax indicati alternativamente ed obbligatoriamente nella domanda. Il procedimento, sulle basi del nuovo regolamento, va concluso entro 15 giorni dalla data di presentazione della domanda.

Responsabilità penale – Come precisato in premessa, una volta chiesta la dilazione dei debiti contributivi, si ottiene anche la regolarizzazione contributiva ai fini del Durc. Tuttavia, non si risolvono i problemi in merito alla responsabilità penale. Infatti, la possibilità di chiedere il pagamento in forma dilazionata anche delle somme dovute a titolo di ritenute previdenziali e assistenziali operate sulle retribuzioni corrisposte ai lavoratori non produce effetto sulla permanenza dell'obbligo, da parte dell'INPS, di provvedere alla denuncia all'autorità giudiziaria competente della notizia di reato ai sensi dell'art. 2, c. 1-bis e 1-ter della L. n. 638/1983. Di conseguenza, la domanda di rateazione si trasforma in autodenuncia.
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