Premessa – La soppressione e il successivo assorbimento dell’INPDAP all’INPS, avvenuta con la manovra “Salva-Italia” (L. n. 214/2011), ha causato non poche novità, dubbi e problemi; soprattutto per quel che riguarda la denuncia contributiva. Infatti, l’ex Istituto di previdenza pubblico è passato dalla vecchia Dma, alla nuova e aggiornata Uniemens, attualmente in uso presso l’INPS. Vediamone gli aspetti principali.
Passaggio al criterio di cassa - Un primo aspetto importante che deriva dall’assorbimento dell’INPDAP all’INPS è che con le retribuzioni di ottobre il criterio di competenza che aveva guidato le denunce contributive fino a quel momento lasciava il passo al criterio di cassa. In questo modo la singola voce presente in busta paga non assume rilievo nel periodo a cui si riferisce, ma nel momento in cui viene corrisposta. La novità è estremamente rilevante per quanto concerne il calcolo pensionistico. Infatti, se da un lato, un dipendente che presta servizio ordinariamente non va incontro a grosse differenze, dall'altro non risulta chiaro come trattare il lavoratore che si trova in uno dei casi per i quali è previsto l'accredito figurativo. Facciamo il caso di un dipendente che nello stesso mese riceve sia il congedo parentale con retribuzione ridotta al 30% sia arretrati riferiti a un periodo in cui godeva dello stipendio pieno (il tutto senza possibilità di distinzione dei due importi sommati). In tal caso, come farà l’INPS a quantificare l’accredito contributivo?
Stipendi fissi e accessori – Altro problema sollevato concerne l’impossibilità di suddividere la retribuzione fra parte fissa e continuativa e parte accessoria (non viene distinta la pensione in “quota A” e “quota B”). Ciò causa l’impossibilità di procedere al calcolo pensionistico visto che la maggior parte dei pensionati pubblici è con il requisito retributivo. In altre parole risulta impossibile procedere alla quantificazione di quella parte della pensione che valorizza il servizio maturato fino al 31 dicembre 1992. A questo punto c’è da chiedersi come farà i calcoli l’INPS?
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