Come emerge dalla Nota di aggiornamento al Documento economico finanziario, l’inflazione ha influito anche sul potere d’acquisto delle retribuzioni, con un recupero che si stima possa arrivare non prima del 2024. Una prima stima della portata di questa perdita d’acquisto è arrivata dalla federazione dei sindacati europei: i salati reali in 13 Paesi Ue in media diminuirebbero del 2,5% per il 2022, con il record registrato in Repubblica Ceca con una flessione del 9,2%, Spagna e Svezia del 3% e in Italia pari al 2,1%. Siamo tuttavia l’unico Paese Ocse in cui i salari reali sono scesi nell’ultimo trentennio. Solo un terzo dei contratti nazionali sarà poi rinnovato quest’anno, per una domanda proveniente dai redditi da lavoro dipendente pari al 40% del Pil e il 50% dei consumi nazionali.
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