Nella replica al Senato, Meloni torna sulle misure in programma per l’esecutivo e sulle priorità governative. La tassa sugli extraprofitti varata dal governo Draghi, con un’aliquota del 10% poi aumentata al 25%, verrà infatti riscritta: ha garantito finora solo un paio di miliardi, rispetto ai1 0 preventivati. Con la riscrittura della tassa si mira invece a garantire un maggiore gettito, da aggiungere a entrate più alte del previsto garantite dall’inflazione, per finanziare i provvedimenti emergenziali a sostegno di imprese e famiglie contro il caro bollette. Solo in seguito si potranno vedere poi le soluzioni strutturali, tra le quali la neopresidente ha citato in primis l’aumento della produzione nazionale di gas e lo sblocco dei parchi eolici e solari. Tra le novità, lo stop definitivo al salario minimo per legge, al quale preferire un taglio del cuneo per due terzi a favore dei lavoratori e un terzo delle imprese, e premiare le aziende che fanno assunzioni aggiuntive. Tra le misure da rivedere, oltre al Reddito di cittadinanza che vedrà uno stop al sussidio solo per chi può lavorare con un potenziamento della formazione e del servizio di collocamento, anche la logica dei bonus. In particolare, calerà l’aliquota del Superbonus, che dal 110% potrebbe calare all’80%. Sul fronte pensioni, invece, la premier ha ribadito la proroga alle misure di flessibilità in scadenza con la fine del 2022, rivedendo ulteriori misure di flessibilità compatibilmente alle disponibilità di bilancio.
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