Ad influire maggiormente sulla tenuta della domanda, sono proprio le previsioni del Fmi sulla crescita globale e le restrizioni nelle forniture di greggio, in particolar modo in Cina.
La guerra in Ucraina, porta giorno dopo giorno molte incertezze, intaccando da un lato i mercati che oscillano in modo ricorsivo e, dall’altro, un’inflazione che è in continua crescita ed inoltre, un quadro geopolitico sempre più sgretolato trasformando quella globalizzazione che abbiamo visto finora.
In altalena proprio il rendimento dei T-bone, che è passato dal 3% nella giornata di ieri, al 2.4% per poi fermarsi attualmente al 2.87%.
Molti investitori, osservano attentamente il Beige Book della Fed, evidenziando come da febbraio fino all’inizio di aprile l’economia statunitense si sia estesa in modo sequenziale, con varie imprese che hanno subito un fortissimo precariato ed incremento inflazionistico.
Le previsioni del Fmi sulla crescita globale, in aggiunta alle restrizioni nelle forniture di gregge, intaccano molto sull’instabilità dei prezzi del petrolio influendo sulla tenuta della domanda, specie in Cina dove proseguono i lockdown.
Il dollaro, ormai da 20 anni schizza sullo yen a quota 129,43, costringendo la Boj ad intervenire a tutela della sua politica dei rendimenti zero.
E’ la terza volta in soli tre mesi.
Interessante, riportato da alcune fonti, quanto è successo durante il G20, dove è intervenuto Siluanov, ministro delle Finanze di Mosca, il quale ha chiesto di “non politicizzare i lavori“, suscitando reazioni di protesta da parte del commissario ue Gentiloni, la segretaria Usa al Tesoro Yellen, e il rappresentante ucraino che hanno lasciato la riunione, a differenza del ministro dell’economia Franco, il quale è rimasto “per dovere istituzionale “
Si aspetta comunque, la riunione del G7, in cui dovrebbero intervenire Jerome Powell e la presidente della BCE Christine Lagarde.
In conclusione, sarebbero usciti i dati sull’inflazione del mese di marzo nell’area euro; negli Usa invece, sul superindice del Conference Board e sussidi settimanali di disoccupazione.
Infine, “il premier” britannico Johnson è in India e, probabilmente, assisteremo durante il convegno del Fmi sull’inflazione, ad un intervento del numero uno della Boe.
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