Resta costante il trend fatto registrare dal deposito telematico presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di contratti, territoriali e aziendali, che prevedono premi di risultato e partecipazione agli utili di impresa. Nei soli primi 15 giorni del 2025 sono stati infatti 215 i contratti depositati, 25 in più rispetto allo stesso periodo di inizio 2024.
Pur nella fisiologica contrazione di alcuni valori assoluti legata al momento della rilevazione, il report “Deposito contratti” del Dicastero riporta un totale di 105.080 contratti depositati al 15 gennaio 2025, che supera del 14,3% il dato del 2024, quando nell’archivio ne risultavano 91.940.
A distanza di un anno, cresce anche la percentuale dei contratti attivi a metà del mese in corso, passati dai 9.444 del 2024 ai 10.617 del 2025. La maggior parte sono di tipo aziendale (8.556) anche se è la componente contratti territoriali a far segnare la crescita maggiore, con un incremento del 34,4% tra il 2024 e il 2025 (da 1.533 a 2.061).
I contratti attivi si propongono di raggiungere finalità diverse: 8.621 obiettivi di produttività, 6.853 di redditività, 5.528 di qualità, mentre 1.148 prevedono un piano di partecipazione e 6.542 misure di welfare aziendale.
I beneficiari sono 2.514.632 lavoratori, a cui è riconosciuto un premio medio annuo di 1.555,68 euro.
Rispetto alla dimensione delle aziende che si avvalgono di questo strumento per riconoscere ai propri lavoratori importi aggiuntivi alla retribuzione in funzione del raggiungimento degli obiettivi, la metà è di appannaggio delle imprese con meno di 50 dipendenti. La quota restante si divide tra le aziende con almeno 100 dipendenti (35%) e quelle di fascia intermedia con numero di dipendenti compreso tra 50 e 99 (15%).
I premi corrisposti ai lavoratori sono sottoposti a un’aliquota per l’imposta sostitutiva che la legge di bilancio per il 2023 (articolo 1, comma 63, della L. n. 197/2022) ha dimezzato rispetto al passato e portato al 5 per cento. La detassazione è stata confermata nella Manovra per il 2024 (articolo 1, comma 18, legge n. 213/2023) e sarà attiva nel triennio 2025-2027 secondo quanto disposto dalla Legge di Bilancio per il 2025 (articolo 1, comma 385, legge n. 207/2024). La riduzione opera per i lavoratori dipendenti del settore privato, titolari di un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato e con un reddito da lavoro dipendente nell’anno precedente non superiore a 80mila euro, fino a un massimo di 3mila euro lordi, che salgono a 4mila euro nelle imprese che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.
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