Sono in molti a stupirsi, scoprendo che la Calabria possiede ben tre aeroporti: Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone. Eppure, secondo un’indagine Istat di qualche mese fa concentrata sulla vicinanza degli italiani alle infrastrutture, il 53% dei calabresi per poter prendere un volo deve mettere in conto spostamenti anche superiori a un’ora.
È anche di questo, insieme al futuro del sistema aeroportuale calabrese, che si è discusso nel corso del convegno “Il sistema aeroportuale dello Stretto: quale futuro?”, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia e ospitato presso la Sala del Lampadari di Palazzo San Giorgio, a Reggio Calabria. L’occasione, l’approdo della compagnia lowcost irlandese “Ryanair” allo scalo “Tito Minniti” di Reggio Calabria, con 10 rotte previste in tutta la Calabria e 8 concentrate su quello di Reggio. Un arrivo da più parti da segnare come il giro di boa nel processo di rilancio della crescita turistica della Regione e della città, insieme all’Alta Velocità e alla valorizzazione del porto di Gioia Tauro.
“Il passato recente – ha spiegato Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia - è un po’ triste perché aver lasciato l’aeroporto storico di Reggio Calabria per quasi due anni dopo la pandemia con un solo volo per Roma, mentre gli altri aeroporti si sono sviluppati, è stato qualcosa di increscioso. Un recente rapporto dell’Assaeroporti ha stabilito che in Italia ci sono stati 200 milioni di passeggeri nell’ultimo anno, trenta milioni in più della Francia. Questo perché il viaggiatore italiano, soprattutto del Mezzogiorno, viaggia in funzione dei bisogni, per tornare alle radici, trovare i parenti, per motivi di lavoro o sanitari. Non bisogna perdere questa occasione unica nella storia della nostra regione, con un ammontare di risorse finanziarie superiore a quelle del famoso Piano Marshall, che fa giungere in Calabria in aggiunta ai Fondi PNRR, anche i Fondi Europei di Sviluppo e Coesione del prossimo quinquennio. Oltre agli investimenti fondamentali nelle infrastrutture, bisogna investire sul capitale umano (competenza, esperienza e formazione), specialmente sui giovani e sulle donne. L’importante investimento di Ryanair su Reggio Calabria, in questa fase così interessante per lo sviluppo del territorio, rappresenta un punto di partenza molto significativo. Faccio i miei complimenti al presidente Occhiuto per quanto fatto e, adesso, ritengo necessario intervenire sull’aeroporto di Reggio in modo intelligente. È l’offerta che fa la domanda. È arrivato il momento di mettere le ali all’aeroporto di Reggio Calabria. Proprio per questo auspico che i vertici di Ita Airways estendano il servizio attuale, introducendo più rotte su Reggio Calabria da Roma e Milano. Il futuro inizia oggi”.
Dei tre scali aeroportuali calabresi, il più attivo è quello di Lamezia Terme, con un traffico passeggeri che nel 2023 ha superato i 2,8 milioni di passaggi. Quello di Crotone, nato come aeroporto militare, è attivo soprattutto d’estate, mentre quello di Reggio Calabria, l’aeroporto dello Stretto, è storicamente il più dimenticato dei tre.
Primo passaggio del rilancio, che trova d’accordo tutti gli stakeholders, la necessità di riprogrammare l’immagine turistica della Regione, consapevoli che un bacino di un milione e seicentomila residenti “Difficilmente potrà garantire la sostenibilità dei tre aeroporti - ha ricordato Santo Biondo, segretario regionale Uil Calabria – per cui la Regione dovrà promuoversi nel mondo e attrarre nuovo turismo per questa terra dalla grande potenzialità”.
“Lo scalo di Reggio Calabria può essere l’aeroporto capace di attrare l’utenza della Sicilia orientale e Ryanair ne è convinta. Siamo solo all’inizio e bisogna lavorare affinché anche le altre compagnie possano partire ed atterrare da Reggio. Questa è una vittoria di tutta la Calabria e la provincia di Reggio ha attrattori di sviluppo che possono essere importanti per altre province”, è il commento di Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.