In questi giorni il Consiglio dei ministri ha rinviato al 1° ottobre del prossimo anno, lo stop ai veicoli diesel Euro 5 del Piemonte, introdotto dopo la condanna inflitta all’Italia da parte della Corte di giustizia europea per aver superato il limite della concentrazione di particelle inquinanti. La decisione presa dall’esecutivo fa slittare il blocco alla circolazione per i circa 140 mila veicoli diesel euro 5 che sarebbe dovuto entrare in vigore dal 15 settembre, a Torino e in 76 altri Comuni piemontesi. Tantissime famiglie che sarebbero state costrette a cambiare auto in pochi giorni con conseguenze economiche e sociali gravi, tirano un sospiro di sollievo. Ma questa decisione sembra un primo passo in direzione opposta agli impegni presi con l’Unione europea che prevede dal 2035 lo stop dell'immatricolazione di auto inquinanti, sia diesel che benzina.
L’inquinamento in Italia è preoccupante, soprattutto per il nord che resta tra le regioni con i più alti livelli di particolato, Pm10 e Pm2.5, nell’atmosfera. Secondo le ultime stime dell’Agenzia Europea dell'Ambiente (Eea) il 97% della popolazione europea residente in città, risulta esposta a concentrazioni di particolato fine ben superiori ai 5 microgrammi per metro cubo che è il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
Ma pensare di risolvere il problema dell’inquinamento in città, confidando che tutti comprino un'auto nuova, elettrica o a combustione, è impraticabile. Soprattutto per motivi economici, legati all’aumento del costo delle auto in Italia, il cui prezzo è salito del +50% negli ultimi quindici anni. Nei primi sei mesi del 2023 meno del 4% delle auto immatricolate nel nostro paese sono elettriche, dato che corrisponde a un quarto del dato europeo (12%). Chi, poi, non può proprio fare a meno di acquistare un’auto perché vive zone troppo scomode da raggiungere con i mezzi pubblici, si sta rivolgendo al mercato dell'usato. Considerate che secondo l'ultimo rapporto Aci, nei primi otto mesi del 2023, per ogni 100 autovetture nuove vendute, ce ne sono 181 usate. Quindi quasi il doppio. Ma significativo è il rapporto tra nuove immatricolazioni e le rottamazioni: nei primi otto mesi di quest'anno ogni 100 auto nuove ne sono state demolite solo 62.
I prezzi sono troppo alti, anche per le vetture usate. Abbiamo provato a monitorare il mercato nell’ultimo anno ed è stato impossibile trovare un’auto ibrida usata, sotto i 22mila euro.
Sembra evidente, dunque, che le scelte sono ben poche e molte persone stanno rinunciando all'acquisto di un’auto, continuando a guidare auto molto vecchie e spesso malandate, quindi inquinanti e oltretutto insicure.
La fotografia del parco auto in Italia - Sono infatti oltre 11 milioni i veicoli inquinanti (Euro 0-1-2-3) che circolano attualmente in Italia. Un numero ancora troppo alto.
1 auto su 11 ha più di 30 anni, solo 1 su 7 è ecologica e solo il 4,3% del parco circolante è elettrificato. Questi sono solo alcuni dei principali dati che emergono dal report appena pubblicato di “Autoritratto 2022”, la pubblicazione statistica dell’Aci che fotografa il parco veicolare di Regioni, Province e Comuni al 31 dicembre 2022.
Nel dettaglio, su un totale di 40.213.061 automobili circolanti, quelle immatricolate prima del 1993 sono 3 milioni e 700 mila, ovvero il 9,3% del totale. E per la maggior parte si tratta di Euro 0 che contano, ormai, almeno 30 anni di età.
L’Italia è in ritardo rispetto agli altri principali paesi europei in termini di immatricolazioni di veicoli completamente elettrici e per ora ha finanziato l’acquisto di auto completamente elettriche e ibride plug-in, ma anche di quelle a combustione interna di ultima generazione.
Dal report, emerge che in Italia circolano ancora troppo poche auto ecologiche, anche se in leggero aumento rispetto all’anno precedente, sono soprattutto auto a Gpl, il 7,2% (con 2.900.799 unità), seguite dalle auto ibride, 3,9% (con 1.556.620 unità), e a metano, 2,4 % (con 971.583 unità), per finire con le auto elettriche, 0,4% (con 158.131 unità).
Le regioni con le auto più vecchie - Le regioni con il parco circolante più vecchio sono: Campania (17,6%), Calabria (15,2%) e Sicilia (13,5%).
Mentre Valle D’Aosta (2,3%), Trentino-Alto Adige (2,6%) e Veneto (5,8%) hanno il parco auto più giovane.
Le regioni con più auto ecologiche- In termini percentuali, sono Marche ed Emilia-Romagna le regioni più ecologiche (rispettivamente con il 23,7% e il 23%), seguite dalla Valle D’Aosta (20,7%) e dall’Umbria (17,9%).
Le regioni meno verdi sono, invece, Sardegna (4,7%) e Calabria (5,6%).
Anche se in media, a livello nazionale, l’incremento tra 2021 e 2022 è stato del 49%, con picchi del 158% in Valle D’Aosta, del 72% in Trentino e del 64% in Toscana.
“Move-in”: una delega alle vecchie auto per circolare ancora - Considerando che passeranno ancora molti anni prima che tutti acquistino un’auto ecologica, ci sono diverse soluzioni al vaglio per poter continuare a circolare con la vecchia auto ma inquinare meno. In molte città è in vigore il servizio “Move-in” (Monitoraggio dei Veicoli Inquinanti) che si basa su una sorta di scatola nera di controllo installata nei veicoli più inquinanti che conteggia i chilometri percorsi all’interno delle zone Ztl. Ogni veicolo a seconda del livello inquinante, può percorrere nella Ztl un tot di chilometri compresi tra i 600 ai 8.000 all’anno. Il sistema oltretutto è premiante, infatti prevede la possibilità di regalare chilometri aggiuntivi agli automobilisti che adottano uno stile di guida virtuoso che limiti il consumo di carburante.
Gli stop alle auto diesel e benzina in Europa -Intanto il Regno Unito ha stabilito che le auto a benzina e diesel dovranno abbandonare i concessionari nel 2030 e saranno seguite dalle ibride plug-in cinque anni più tardi. Stessa data anche Islanda, Israele, Olanda, Belgio e Svezia.
Il 2031 sarà la volta della Slovenia.
Il 2035 per il Cile.
Anche la Danimarca dirà basta a tutti i motori a combustione nel 2030 e agli ibridi plug-in nel 2035.
Il 2025 per il tutto elettrico, invece è la data scelta dalla Norvegia, paese all’avanguardia in Europa per l’elettrificazione.
Gli stop alle auto diesel e benzina oltreoceano - Gli Usa hanno scelto il 2035, ma alcuni Stati federali si sono già mossi in autonomia, come California, New York e New Jersey. Ma il primato spetta a Washington, invece, che ha voluto anticipare tutti in America, per un passaggio al tutto elettrico dal 2030.
Il Canada venderà esclusivamente veicoli a zero emissioni nel 2035.
Singapore punta al 2030, Giappone e Thailandia al 2035, stessa data per la Cina. Hanno più fretta invece Hong Kong, Macao e Corea del Sud, che pensano che lo stop a benzina e diesel arriverà nel 2030 e agli ibridi plug-in nel 2035.
I più lenti saranno invece nel 2040, Taiwan, e nel 2050 l’Indonesia.