19 marzo 2025

Bonus genitori separati, sbloccate finalmente le risorse: a chi va il beneficio

In attesa della firma del decreto. La misura, introdotta nel 2022, destinata ai genitori separati, divorziati o non conviventi, ha l’obiettivo di garantire la continuità dell’erogazione dell’assegno di mantenimento

Autore: Luciana Giampà
Nella giornata di oggi, mercoledì 19 marzo, non solo si celebra la festa del papà ma si è in attesa della firma del decreto che sbloccherà, finalmente, il bonus genitori separati. Si tratta di un contributo previsto a favore dei genitori separati, divorziati e/o non conviventi finalizzato a garantire la continuità di erogazione dell’assegno di mantenimento.

La ministra per le pari opportunità e la famiglia, Eugenia Roccella, firmando questo decreto darà il via libera all’Inps per lo stanziamento delle risorse pari a 8,5 milioni destinate ad un platea di 4.428 beneficiari che hanno presentato domanda.

Misura del bonus e beneficiari

Il contributo, introdotto nel 2022, è destinato al genitore separato o divorziato o non convivente, in stato di bisogno, che non abbia ricevuto, del tutto o in parte, l’assegno di mantenimento a causa dell’inadempienza del genitore o del convivente che ne era tenuto, a causa della pandemia Covid, per effetto della quale avesse cessato, ridotto o sospeso la propria attività lavorativa tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2022.

Il beneficio sarà riconosciuto a coloro che hanno presentato la domanda entro il 2 aprile 2024. L’istanza doveva essere inviata tramite la piattaforma telematica presente sul sito dell’Inps, alla voce “punto di accesso alle prestazioni non pensionistiche”.

Il bonus dovrebbe essere erogato in tempi brevi e in un’unica soluzione dopo la firma del decreto.

I requisiti

Per avere diritto al contributo, il genitore richiedente deve:
  • dimostrare di essere in stato di bisogno
  • di essere convivente con figli minorenni, o maggiorenni con disabilità grave, alla data della mancata percezione dell’assegno
  • avere un reddito, nell’anno di mancata o ridotta corresponsione del mantenimento, inferiore o uguale a 8.174 euro.

Quanto spetta

Le risorse disponibili complessive sono pari a 10 milioni di euro, ma l’Istituto di previdenza verserà solo 8,5 milioni di euro perché la restante parte sarà messa in stand-by per 119 domande ancora in sospeso a causa della mancata indicazione dell’importo dell’assegno di mantenimento, per le quali si attende la decisione dei tribunali. Inoltre, altre 113 domande sono state ammesse ma con un importo pari a zero.

Le istanze presentate sono state ben 6.428, ma di queste alcune sono state escluse dal beneficio con comunicazione diretta dell’Agenzia delle Entrate, che non ha riconosciuto la dichiarazione relativa alla riduzione di almeno il 30% del reddito del coniuge obbligato.

Tra le altre cause di esclusione, l’indicazione diversa dell’arco temporale della maturazione del diritto rispetto a quello coperto dalla normativa, e il mancato caricamento del titolo abilitante, cioè l’atto del tribunale inerente all’assegno di mantenimento.
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