Il cosiddetto “DL Energia” diventato legge con l’approvazione del Senato, mette mano alle agevolazioni per le imprese definite “energivore” e “gasivore”, ovvero le aziende che consumano grandi quantità di energia e gas per alimentare la produzione. Il pacchetto di agevolazioni e semplificazioni, studiato per fare da stimolo verso l’autoproduzione di realtà produttive a forte consumo energetico, comprende anche un fondo creato appositamente per finanziare la realizzazione di nuovi impianti rinnovabili, un pacchetto di incentivi per la decarbonizzazione, per l’eolico galleggiante e la produzione di energia elettrica con impianti geotermici presso aree termali. Il decreto elimina anche il contributo per la produzione di energie rinnovabili che gravava sui titolari degli impianti, e prevede la riforma delle agevolazioni per allinearle alla disciplina prevista dalla UE per gli aiuti di Stato. Per concludere con la creazione di un fondo di 350 milioni di euro all’anno destinato a Regioni e Provincie Autonome per progetti di compensazione e riequilibrio ambientale e territoriale in caso di nascita di nuovi impianti per la produzione di rinnovabili.
Molte anche le semplificazioni burocratiche previste dal DL Energia, a cominciare da quelle per la realizzazione di condensatori ad aria che aumentino il risparmio idrico delle centrali termoelettriche, o ancora per l’assegnazione di concessioni per il geotermoelettrico, impianti che sfruttano il calore proveniente dalla profondità del suolo. Più semplice anche l’iter, pensato per agevolare impianti come Porto Empedocle e Gioia Tauro, per lo sviluppo di terminali di rigassificazione, ovvero serbatoi on-shore per il GPL da realizzare in prossimità del mare e di aree portuali.
Sempre dal punto di vista delle infrastrutture, per rispettare i termini degli obiettivi di decarbonizzazione fissati al 2030, il decreto punta a incentivare la tecnologia dell’eolico off-shore, gli impianti di produzione di energia elettrica che sfruttano turbine eoliche installate in mare aperto, a qualche km dalla costa. Saranno anche individuate in due porti del Sud Italia altrettanti aree demaniali marittime destinate allo sviluppo della cantieristica navale, dalla produzione all’assemblaggio al varo di piattaforme galleggianti.
Tornando agli aiuti alle imprese, per le energivore è previsto un canale prioritario per favorire la realizzazione di impianti fotovoltaici o eolici, con la possibilità di vedersi anticipare dal GSE (Gestore Servizi Energetici) le somme necessarie, restituibili in 20 anni. Lo stesso vale per le gasivore, imprese concentrate soprattutto nei settori della siderurgia e della carta, per cui è invece previsto un pacchetto di titoli abilitativi per la coltivazione di idrocarburi, a patto che cedano i quantitativi in eccesso di gas al GSE, che a sua volta si impegna a rimetterli sul mercato, a disposizione di altre aziende gasivore.
Un decreto che arriva in un momento in cui, secondo dati Istat, i prezzi della produzione di gas e di distribuzione di combustibili gassosi sono aumentati in media del 182,5% tra il 2019 e il 2022. L’incremento dei costi potrebbe avere un ulteriore impatto sulle bollette energetiche domestiche, sollevando dubbi sull’opportunità di non predisporre nel DL Energia alcun contributo economico verso il comparto domestico, nonostante le difficili sfide economiche a cui sono sottoposte ormai da tempo le famiglie italiane.
Vale ricordare che la data del 1° gennaio scorso ha messo fine ad un lungo periodo di aiuti del Governo, varati per fronteggiare il rincaro dei prezzi dell’energia, eccetto quelli previsti per nuclei familiari in condizioni di disagio sociale.
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