Purtroppo capita molto più spesso di quanto si possa immaginare di avere degli imprevisti che sconvolgono i nostri piani, e quindi se abbiamo programmato di aderire ad un fondo pensione per poter avere una pensione integrativa in un futuro, nella scelta non dimentichiamo di considerare, insieme alla performance del fondo, anche i costi e soprattutto la flessibilità che il fondo può offrire.
Si parla da molti anni ormai di fondi pensione che costituiscono un’alternativa ai vari investimenti che si possono fare, garantendo una redditività integrativa alla pensione che si andrà a percepire.
Cosa sono i fondi pensione - I fondi pensione, sono strumenti finanziari che godono di agevolazioni fiscali e che consentono di costruirsi, nel tempo, un capitale che fungerà da integrazione alla futura pensione pubblica.
Un fondo pensione rientra, insieme ai Pip (Piani individuali pensionistici) nella cosiddetta previdenza complementare. Si chiama “complementare” proprio perché è un complemento, cioè un’integrazione, a quella che sarà la pensione pubblica.
Esistono i fondi pensione chiusi (detti anche negoziali o di categoria) e fondi pensione aperti.
Il fondo pensione chiuso è riservato a specifiche categorie di lavoratori (per esempio, il settore metalmeccanico ha un fondo pensione chiuso diverso dal settore farmaceutico e così via).
Il fondo aperto è invece una forma di previdenza complementare privata istituita da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM), destinata a tutti.
Come tutti i prodotti finanziari possono performare di più o di meno, a seconda dei periodi e dei prodotti finanziari utilizzati da ogni specifico fondo. Fondamentale in questo caso verificare bene i costi del fondo, che il più delle volte vanno a ridurre sensibilmente le performance. Sicuramente per quel che riguarda il TFR è molto più conveniente accantonarlo in un fondo pensione che lasciarlo in azienda.
Rendimenti in questo 2023 - Nei primi sei mesi del 2023 il rendimento dei fondi pensione ha fatto registrare finalmente un andamento positivo, dopo che per tutto il 2022 c’era stata una forte caduta, data da una continua fibrillazione dei mercati finanziari durata per tutto l’anno.
Nello specifico, in media, abbiamo potuto registrare per i fondi chiusi un +3,2% rispetto alla fine dello scorso anno, +4,6% per quelli aperti e +4,8% per i Piani individuali pensionistici (Pip) nuovi.
Per i comparti azionari sono stati registrati guadagni in media del 6% nei fondi negoziali, del 7,6% in quelli aperti e del 7,2% nei Pip.
Per i comparti obbligazionari e garantiti, invece, sono stati registrati dei rendimenti decisamente più contenuti, dell’ordine dell’1,2%. Mentre il rendimento medio del TFR fa registrare un 2,3%.
Tassazione - Ai fondi pensione si applica una tassazione agevolata che arriva al massimo al 23% ma che il più delle volte varia tra il 15% e il 9% a seconda dei casi, per esempio quando si usano le somme accumulate per coprire spese sanitarie.
Flessibilità: prima valutazione per scegliere un fondo pensione - Torniamo al motivo iniziale, cosa bisogna fare nel caso ci occorrano i soldi in anticipo rispetto al momento in cui pensavamo quando abbiamo aperto un fondo pensione?
Molto importante per la scelta di un fondo, oltre alla performance e ai costi, è valutarne la flessibilità prima di scegliere un fondo pensione piuttosto che un altro.
Infatti, in caso di necessità urgenti, quindi non preventivate, oppure semplicemente perché il fondo diventa troppo costoso o poco redditizio, diventa fondamentale poter uscire dal fondo e utilizzare le somme accumulate, oppure trasferire le somme accumulate su un altro fondo.
La flessibilità del fondo prevede diverse possibilità, nello specifico si parla di anticipazioni, trasferimento, riscatto (parziale o totale) e di R.I.T.A. (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata).
Anticipo della disponibilità delle somme accumulate - La possibilità di utilizzare in anticipo una parte delle somme accumulate nel fondo pensione è una richiesta che può essere presentata anche più di una volta, sia per lo stesso motivo che per ragioni diverse, senza alcun vincolo temporale tra una richiesta e l’altra, ma l’ammontare della somma totale degli importi anticipati non può in nessun caso superare il 75% delle somme accumulate.
L’erogazione dell’anticipo del fondo mediamente avviene entro i 60 giorni successivi alla richiesta, a fronte dell’invio di tutta la documentazione richiesta dal fondo medesimo.
La possibilità di richiedere anticipazioni al fondo pensione è prevista in tre diverse ipotesi: spese sanitarie, acquisto o ristrutturazione della prima casa e cause generiche.
In questo ultimo caso, però, è possibile procedere con l’anticipo solo se si partecipa al fondo da 8 anni e solo nella misura del 30% della posizione individuale maturata.
Trasferimento -Da sottolineare è, poi, la possibilità di cambiare prodotto nel tempo richiedendo il trasferimento del fondo pensione, quindi del capitale accumulato in un altro fondo. Si tratta di un vantaggio importantissimo perché in questo modo il risparmio previdenziale non si interrompe, ma anzi, prosegue in un prodotto ancora più conveniente e in linea con le proprie esigenze. In questo modo, infatti, si conserva l’anzianità di partecipazione alla previdenza integrativa utile per le flessibilità dello strumento e per gli sconti fiscali.
Riscatto - Il riscatto può essere richiesto in caso di perdita del lavoro o di invalidità che riduca la capacità lavorativa a meno di un terzo. A seconda della situazione l’aderente può richiedere il 50% o il 100% del capitale accumulato e si parla quindi di riscatto parziale o totale della posizione. Un altro caso di riscatto al 100% è in caso di morte dell’aderente in fase di accumulo, prima del pensionamento. In questo caso il capitale spetta agli eredi legittimi e/o agli altri beneficiari indicati.
Rendita Integrativa Temporanea Anticipata - La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata permette di andare prima in pensione rispetto ai requisiti previsti per raggiungere la pensione di vecchiaia.
In sostanza, quindi, è una rendita integrativa, erogata dalla richiesta fino al pensionamento di vecchiaia. Nei casi ordinari l’anticipo è fino a 5 anni, mentre può arrivare fino ai 10 anni in caso di inoccupazione prolungata (almeno 24 mesi).
Quanto si deve versare per avere una pensione integrativa dignitosa? - Proviamo a spiegarlo attraverso un esempio pratico che può aiutarci a capire meglio. Se un lavoratore, per esempio, con uno stipendio di circa 21.000 euro annui accantona una quota di reddito pari a circa il 5% (circa 1.050 euro) per un periodo di 30 anni, ipotizzando di andare in pensione a 65 anni, può puntare a una pensione integrativa pari al 20% dell’ultima retribuzione mensile (circa 300 euro al mese) se il rendimento del fondo pensione è di circa il 4-5%.