6 settembre 2024

Gli ultimi echi del Superbonus

Secondo il più recente bilancio dell’Enea, il grosso dei cantieri ancora aperti è arrivato alla conclusione, portando il conto finale a sfiorare i 123 miliardi di euro, a fronte di una previsione che parlava di appena 36

Autore: Germano Longo
Gli ultimi vagiti del Superbonus 110%, prima di sparire per sempre, raccontano che il 95,8% degli investimenti riguardano lavori ormai conclusi. Sono le cifre più recenti diffuse dall’Enea, l’ente pubblico chiamato ad occuparsi di energia, ambiente e nuove tecnologie, aggiornate al 31 luglio scorso. Significa un lieve incremento rispetto a quelli di giugno di quest’anno, ma con un costo totale del Superbonus arrivato a sfiorare i 123 miliardi di euro da quando è entrato in vigore. Per la precisione si tratta 122,938 miliardi, che per lo Stato significa un esborso mensile di 141 milioni di euro per compensare aziende e privati che hanno usufruito della misura. Una spesa enorme rispetto al numero relativamente basso di edifici coinvolti che in qualche modo anticipa l’imponente spesa che il nostro Paese dovrà affrontare con le scadenze della normativa “Case Green” voluta dall’UE.

Ma per adesso, l’enorme numero di cantieri ancora aperti è arrivato quasi del tutto alla conclusione, mettendo la parola fine ad uno strumento nato per migliorare l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano, ma finito per incagliarsi fra ruberie assortite e truffe colossali, su cui il governo Draghi e di seguito quello Meloni hanno tentato di mettere un freno con più o meno forza, ma quando ormai era troppo tardi. Dal 110%, misura rimasta in vigore solo per chi aveva asseverato entro il 31 dicembre dello scorso anno, la detrazione è stata declassata al 70%.
Dati alla mano, la stagione del Superbonus si chiude con circa 500mila edifici migliorati a livello di efficienza energetica, per un costo totale pari a 117 miliardi di euro, suddivisi fra 78 serviti per i condomini, 27,9 per le abitazioni unifamiliari e 11 per le unità indipendenti, a fronte di una previsione che all’inizio parlava di appena 36 miliardi di spesa.

Statisticamente, sono le villette sono il tipo di abitazione che con il 49,4% del totale ha goduto maggiormente del Superbonus, con 245mila unità, seguite 133mila condomini (27%), in assoluto la tipologia più impegnativa, costata 592mila euro, e seguiti dai castelli (240mila) e le unità indipendenti (98mila).

A livello regionale, la Lombardia è la regione che ha sfruttato di più il Superbonus, con 21,8 miliardi di investimenti ammessi a detrazione, seguita da Emilia-Romagna (11,2) e Veneto (10,9), tallonati da Lazio (9,9), Campania (8,7) e Piemonte (8,6). Ultime in classifica il Molise (754) e la Valle d’Aosta (531).

“L’analisi dei recenti dati pubblicati dall'Enea sul Superbonus conferma una situazione di luci e ombre. Da un lato, si osserva un successo significativo in termini di partecipazione e di miglioramenti energetici conseguiti, ma dall’altro emergono criticità legate al completamento dei lavori, in particolare nei contesti più complessi come i condomini – ha commentato ad Adn Kronos Mirco Mion, presidente dell’associazione geometri fiscalisti - il 31 luglio 2024, le detrazioni maturate per lavori conclusi ammontano a circa 122,9 miliardi di euro, con quasi 500.000 cantieri che hanno beneficiato dell'incentivo. Questo dato sottolinea l'importante impatto del Superbonus sulla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nazionale e la sua capacità di stimolare l'economia e il settore delle costruzioni. La percentuale di completamento dei lavori che si attesta al 95,8% rappresenta un risultato di rilievo, indicando che la stragrande maggioranza dei progetti ha visto una realizzazione effettiva. Tuttavia, un’analisi più approfondita dei dati rivela che circa 5 miliardi di lavori, principalmente legati a interventi condominiali, non sono ancora stati completati. Questo dato è rimasto stabile negli ultimi mesi, suggerendo che, senza ulteriori interventi, questi progetti rischiano di rimanere incompiuti. Le principali cause sono le recenti modifiche normative che hanno limitato la cessione del credito e lo sconto in fattura, strumenti finanziari fondamentali per la realizzazione dei lavori senza esborsi monetari immediati da parte dei proprietari”.
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