9 gennaio 2025

Il canone Rai torna a 90 euro (e resta sulla bolletta dell’energia)

Dalla Manovra è svanita la riduzione a 70 euro dello scorso anno, così come la scomparsa dalla bolletta. Ma ci sono alcune piccole categorie di italiani che possono essere dispensati dal pagamento di una tassa odiata da sempre

Autore: Germano Longo
Statisticamente, il canone Rai è da sempre una delle imposte più evase in Italia, anche se il tasso è sceso negli ultimi anni dal 27% al 5%, grazie all’introduzione della tassa nella bolletta elettrica decisa dal Governo Renzi nel 2016, quasi un decennio fa. Eppure, l’odio contro il canone è molto più antico e affonda le radici nel lontano 1938, quando il Regio Decreto n. 246 stabilì per la prima volta le regole per la “Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni”, condannando gli italiani a finanziare programmi, trasmissioni, varietà e telegiornali. E non importa se li si segua o meno, perché basta possedere un televisore per essere obbligati al pagamento della tassa.

Lo scorso anno, il Governo Meloni si era (quasi) piegato al Pnrr, annunciando che, per via della trasparenza richiesta dalla UE nelle bollette elettriche, il 2024 sarebbe stato l’ultimo anno del canone Rai, l’infiltrato speciale delle bollette. Nell’attesa, l’importo era sceso da 90 euro a 70, con la promessa di ulteriori novità nel testo della Manovra 2025.

E in effetti, la sorpresa c’è stata: il canone dell’emittente di Stato non solo continua a essere addebitato nella bolletta, ma è anche tornato a 90 euro.

Tecnicamente, non c’è bisogno di fare nulla – il che, per la burocrazia italiana, è comunque una conquista – perché la somma viene prelevata automaticamente dalla bolletta dell’elettricità. L’addebito scatta per ogni famiglia anagrafica, indipendentemente dal numero di televisori posseduti. Tuttavia, se nessun componente della famiglia è titolare di un contratto elettrico di tipo domestico residenziale, il canone deve essere versato tramite F24 entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento.

In pratica, il possesso del televisore è “presunto”, quindi spetta al contribuente dimostrare di non avere in casa alcun televisore, o meglio, “un apparecchio in grado di ricevere, decodificare e visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare, direttamente (in quanto costruito con tutti i componenti tecnici necessari) o tramite decoder o sintonizzatore esterno.” Non costituiscono apparecchi televisivi computer, smartphone, tablet ed ogni altro dispositivo se privi del sintonizzatore per il segnale digitale terrestre o satellitare. Quindi, la fruizione dei contenuti RaiPlay su pc non impone il pagamento del canone, mentre l’accesso agli stessi contenuti tramite una smart tv sì.

È importante ricordare che il canone Rai si paga solo sulla prima casa, quindi esclusivamente per l’abitazione principale in cui il contribuente ha la residenza anagrafica. Nel caso di esercizi pubblici, ossia in presenza di apparecchi televisivi nei locali dell’attività, il canone deve essere pagato in unica soluzione tramite MAV o bollettino.

Chi si è definitivamente disfatto degli apparecchi televisivi e vuole disdire l’abbonamento deve presentare, entro il 31 gennaio, una dichiarazione sostitutiva di non detenzione scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Attenzione, però: autocertificare il falso è un reato punito dal codice penale (“falsa ideologica commessa dal privato in atto pubblico”) e può essere sanzionato con la detenzione fino a due anni. Certo, non risultano cittadini finiti in carcere per aver evaso il canone Rai, anche perché è sempre stato difficile accertare il falso. Ufficialmente, l’amministrazione dovrebbe “effettuare idonei controlli, anche a campione, in tutti i casi in cui sorgano fondati dubbi sulla veridicità delle dichiarazioni sostitutive,” incrociando le banche dati dell’anagrafe tributaria, l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico, Acquirente Unico Spa, Ministero dell’Interno, Comuni e “altri soggetti, pubblici o privati,” come le Pay tv. Tuttavia, anche incrociando i dati, non sarebbe possibile stabilire con certezza se il contribuente possiede o meno un televisore in casa: l’unico modo sarebbe entrare nelle abitazioni, ma ciò è possibile solo in presenza di un mandato autorizzativo del Procuratore della Repubblica.

Esistono categorie di persone esentate dal pagamento del canone Rai: ad esempio, chi ha compiuto 75 anni, con un reddito annuo proprio e del coniuge non superiore a 8.000 euro, gli agenti diplomatici, funzionari e impiegati consolari, funzionari di organizzazioni internazionali, militari di cittadinanza non italiana o personale civile non residente in Italia di cittadinanza non italiana delle forze NATO di stanza in Italia.
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