Probabilmente non basterà a sconfiggere la denatalità, fenomeno che ormai sfiora l’allarme sociale, ma almeno il pacchetto di misure per la famiglia incluso nella manovra può essere visto come un tentativo di correre in soccorso di quanti ancora decidono di andare controcorrente mettendo al mondo un bambino. Il valore degli interventi racchiusi nella Finanziaria 2025 è pari allo 0,078% del Pil e compreso fra 1,5 e 1,7 miliardi (sui 30 lordi complessivi), come emerge dal Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione, il ministro Giorgetti ha sottlineato che il Consiglio dei Ministri ha volutamente riservato “Un’attenzione particolare alla famiglia con un nuovo sistema di calcolo che favorisca numerosi, chiamiamolo quoziente familiare”, che tuttavia non va confuso con quello alla francese, più noto, secondo cui l’imposta sui redditi è divisa per il numero di componenti della famiglia con conseguente abbassamento delle tasse. Il quoziente in versione italiana prevede che le detrazioni fiscali siano parametrate al numero dei componenti: in pratica sulle detrazioni sarà individuato un tetto massimo di spesa modulato prima per fasce di reddito (che potrebbero essere 3) e poi in base ai figli, fissando a 30 anni il limite d’età per quelli a carico. Tagli alle detrazioni quindi, ma con più figli si potranno evitare limitazioni oppure ottenere benefici come l’abbassamento della soglia di reddito oltre il quale scatta il décalage degli sconti fiscali al 19%, che oggi parte da 120mila euro.
Fra i provvedimenti più importanti della Finanziaria spicca il “bonus bebé”, meglio definito “Carta nuovi nati”: si tratta di 1.000 euro destinati a genitori dei bambini che verranno al mondo fra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025 (non importa se primo, secondo o terzogeniti) da genitori con Isee inferiore a 40mila euro. E non è escluso che il bonus sia allargato anche agli ingressi in famiglia per adozione o affidamento.
A questo si aggiunge la conferma e il rafforzamento del “bonus mamme”, esteso per la prima volta anche alle lavoratrici autonome con una decontribuzione per ogni figlio nato e particolare attenzione riguardo a chi ha due o tre figli. Confermato anche il “bonus asili nido”, il contributo per aiutare il pagamento delle rette di asili nido pubblici e privati, oltre all’assistenza domiciliare in caso di bambini con gravi patologie, che può arrivare ad un massimo di 3.600 euro all’anno ma con importi variabili in base all’Isee del nucleo familiare e al numero di figli.
La manovra migliora anche i congedi parentali all’80%, che passano da due a tre mesi e aumenta le misure in qualche modo collegabili alla famiglia come i “fringe benefit”, i cui importi saranno aumentati per coprire le spese di affitto dei nuovi assunti che dal 1° gennaio prossimo accetteranno di trasferire la residenza oltre 100 km. Una sorta di “Piano casa” dedicato ai giovani lavoratori neoassunti fortemente voluto dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini per semplificare la ricerca di manodopera: l’idea è di destinare alloggi con affitti calmierati (500 euro max) a chi trova un impiego ma non ha garanzie sufficienti per stipulare un contratto di locazione.
Confermato ancora l’innalzamento a 1000 euro della soglia di non imponibilità per i “fringe benefit” aziendali ai dipendenti, che diventano 2000 con figli a carico e convalidato infine anche il rifinanziamento della carta “Dedicata a te”, la tessera precaricata con 500 euro destinata ai nuclei con un Isee inferiore a 15.000 euro da utilizzare per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità, carburanti o abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale. Per finire con l’esclusione dal computo dell’Isee delle somme dell’Assegno Unico Universale, voluta per ovviare ad una lacuna che aveva penalizzato numerose famiglie.
Con disappunto della Lega, che ne aveva fatto bandiera, resta invece invariato il canone Rai: 70 euro all’anno, da continuare a pagare con la bolletta dell’elettricità malgrado l’UE consideri il metodo tanto efficace per sconfiggere l’evasione quanto improprio.
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