La trattativa tra Ita e Sindacati non ha raggiunto nessun accordo, Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno scelto di non presenziare all’incontro.
L’obiettivo del negoziato era la definizione degli elementi essenziali del nuovo contratto di lavoro che l’azienda intende sottoporre al personale.
La nuova compagnia, infatti, nelle giornate precedenti aveva reso noto attraverso un comunicato che i candidati per le nuove assunzioni sono stati circa 30 mila di cui 7.200 sono ex dipendenti di Alitalia. Tali dati hanno permesso alla compagnia aerea di tirar le somme sulle candidature ricevute per mezzo di un apposito portale.
L’intenzione di Ita è quello di far decollare il primo vettore nella prima metà del mese di ottobre e lo farà procedendo all’assunzione di 2.800 persone attraverso l’applicazione di un regolamento aziendale. In tal senso, poco importa la scelta di alcuni sindacati di non presenziare all’appuntamento. Una scelta così imponente consisterebbe nell’inaccettabilità della proposta economica della compagnia sugli stipendi dei nuovi assunti, quest’ultima, infatti, rispetto alla compagnia precedente ridurrebbe gli stipendi del 40 – 50 per cento.
La lotta tra sindacati e Ita non è una novità, ma secondo il presidente esecutivo della nuova compagnia, Alfredo Altavilla, nonostante il disappunto per non esser riusciti a raggiungere un accordo che potesse soddisfare entrambe le parti diventa essenziale adeguarsi alle nuove modalità, altrimenti la conseguenza sarebbe una nuova compagnia senza futuro.
I sindacati, ovviamente, non sembrano d’accordo, infatti, definiscono “incosciente” la scelta del Governo di lasciar tutto scorrere, richiedendone l’intervento.
Sono giornate intense quelle di Ita che prima del decollo attende, inoltre, la decisione finale della Commissione europea, la quale, purtroppo, potrebbe esser accompagnata dalla segnalazione di violazione del Governo delle regole Ue sugli aiuti di Stato concedendo, nel 2017, 900 milioni di euro in prestito per il salvataggio di Alitalia.
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