7 marzo 2024

Normative anti-elusione fiscale: sfide e opportunità per le imprese italiane

Il panorama normativo italiano si è recentemente arricchito di nuove disposizioni anti-elusione fiscale, volte a contrastare pratiche che, pur formalmente rispettose della legge, mirano ad evitare illegittimamente il pagamento dei tributi. Queste misure, se da un lato possono rendere necessarie alcune azioni di adeguamento alle imprese, dall'altro offrono anche l'opportunità di migliorare la compliance fiscale e rafforzare la reputazione aziendale, posizionandosi in modo competitivo e trasparente nel contesto nazionale e internazionale.

Gli aggiornamenti sulle esenzioni IVA per cessioni intracomunitarie dopo la Direttiva 2018/1910/UE rappresentano un esempio concreto di come anche l'Unione Europea stia affrontando questa sfida adottando misure che non solo mirano alla semplificazione amministrativa ma anche al rafforzamento delle difese contro le pratiche elusorie.

Il contesto normativo in evoluzione

Il panorama normativo in materia di anti-elusione fiscale negli ultimi anni ha subito un’importante trasformazione. Questo cambiamento è stato spinto da una crescente necessità di affrontare le pratiche aggressive di pianificazione fiscale che, sebbene tecnicamente legali, permettono alle aziende di minimizzare in modo indebito il proprio carico tributario, erodendo le basi imponibili degli Stati e compromettendo la corretta allocazione delle risorse fiscali.

In questo contesto, l'Unione Europea ha assunto un ruolo di primo piano con l'introduzione della Direttiva ATAD (Anti Tax Avoidance Directive) nel 2016. Questa Direttiva è stata un chiaro segnale dell'impegno dell'Unione Europea a promuovere principi di equità e trasparenza fiscale, ponendo rigide misure contro l'erosione della base imponibile e il trasferimento artificioso di utili, tecniche spesso utilizzate dalle multinazionali per ridurre il proprio carico fiscale.

L'Italia, come altri Stati membri, ha recepito la Direttiva ATAD con il Decreto Legislativo 29 novembre 2018, n. 142, integrando e rinforzando la propria normativa anti-elusione con un insieme di disposizioni nazionali (pdf) volte a contrastare efficacemente le strategie aggressive di pianificazione fiscale. Tra le misure introdotte, si annoverano la limitazione degli interessi deducibili, la regola generale contro l'abuso del diritto e l'introduzione di norme contro il trasferimento di residenza fiscale in giurisdizioni a bassa tassazione.

Oltre all'adozione della ATAD, si è registrata una intensa attività di contrasto e lotta all’evasione fiscale con un impatto significativo sul Tax Gap. Basti pensare che nel 2023, l'Agenzia delle Entrate e l'Agenzia delle Entrate-Riscossione hanno ottenuto un nuovo record nel recupero dell'evasione fiscale, con 24,7 miliardi di euro rientrati nelle casse dello Stato, riscontrando +22% rispetto al 2022, la cifra più alta mai registrata.
Inoltre, l'Agenzia delle Entrate ha ridotto le spese del bilancio dello Stato di 7,6 miliardi di euro attraverso analisi di rischio e controlli antifrode, individuando crediti fittizi, indebite compensazioni e rimborsi dell'IVA non dovuti.

L'Agenzia delle Entrate ha anche adottato misure specifiche per per contrastare le pratiche delle partite IVA "Apri e Chiudi", l'Agenzia ha revocato circa 2.300 registrazioni di imprese e che sfruttavano questa pratica per eludere le imposte.
L'insieme di queste azioni rientra in un contesto più ampio di rafforzamento della legislazione fiscale e di intensificazione degli sforzi a livello nazionale ed europeo per assicurare che tutte le entità contribuiscano equamente alla fiscalità, nel rispetto dei principi di equità, trasparenza e giustizia fiscale.

Implicazioni delle normative anti-elusione per le imprese

Le normative anti-elusione hanno implicazioni importanti per le imprese italiane. In primo luogo, le aziende sono chiamate ad un'attenta revisione e supervisione delle proprie politiche e strategie fiscali, con l'obiettivo di adeguarle ai principi di sostanza economica e di tassazione effettiva. La mancata conformità alle nuove disposizioni può esporre le imprese a rischi fiscali significativi, come rettifiche da accertamento e l'applicazione di sanzioni amministrative anche particolarmente severe.

In secondo luogo, le imprese devono mettere in atto adeguati processi di compliance interna per poter documentare in modo corretto le operazioni e i trasferimenti interaziendali, evidenziandone la reale validità dal punto di vista gestionale e commerciale. Le normative anti-elusione impongono quindi una maggiore attenzione alla compliance fiscale, imponendo dunque un maggior impiego di risorse su questa attività.

Inoltre, le normative specifiche (proprio perché mirate a colpire quelle strategie di pianificazione fiscale che mirano a ridurre artificialmente il carico fiscale) influenzano la struttura stessa e le operazioni delle imprese (con particolare attenzione verso le aziende che effettuano operazioni transnazionali). Il Regolamento UE 2016/1164 del Consiglio del 12 luglio 2016 stabilisce che i modelli di business dovrebbero essere strutturati in modo tale da riflettere la creazione di valore all'interno di ogni stato membro.
Le imprese, quindi, necessitano una revisione delle strategie fiscali per conformarsi alle normative.

In questo contesto, quindi, diventa sempre più importante, poter fare affidamento sulla consulenza di esperti in ambito fiscale e tributario, in modo da interpretare in modo corretto le norme e adottare strategie fiscali sostenibili nel lungo periodo.

Come le imprese possono adattarsi alla normativa

Per adeguarsi alle vigenti normative anti-elusione, le imprese devono adottare un approccio strutturato e orientato alla compliance, come ad esempio:
  • Revisione delle strategie aziendali e pianificazione fiscale proattiva: verificare l'impatto delle nuove normative sulle attuali strategie fiscali e apportare gli opportuni adeguamenti nel rispetto dei principi di sostanza economica e tassazione effettiva. Al contempo, sviluppare una pianificazione fiscale proattiva e sostenibile alla luce delle normative anti-elusione, purché si valutino con attenzione le potenziali implicazioni di ogni scelta strategica.
  • Gestione della documentazione: rafforzare le procedure di documentazione interna. Ad esempio, predisponendo fascicoli dedicati per tutte le operazioni rilevanti, in particolar modo per quelle che riguardano transazioni con soggetti localizzati in giurisdizioni a fiscalità privilegiata. Proprio per questo ricordiamo quelle giurisdizioni considerate non cooperative a fini fiscali dall’UE: Anguilla, Fiji, Guam, Antigua e Barbuda, Palau, Panama, Samoa americane, Russia, Trinidad e Tobago, Samoa, Isole Vergini Americane e Vanuatu.
  • Formazione del personale: assicurarsi che il personale aziendale coinvolto nella gestione fiscale sia adeguatamente formato e consapevole delle implicazioni della normativa anti-elusione, per evitare errori involontari che potrebbero portare a non conformità.
  • Adozione di pratiche etiche: promuovere una cultura aziendale basata sull'etica e sull'integrità può contribuire a evitare comportamenti elusivi e a garantire il rispetto delle normative fiscali in modo trasparente e responsabile.
  • Consulenza specialistica: avvalersi della consulenza di professionisti esperti in materia fiscale e tributaria per interpretare in modo corretto le norme, per predisporre adeguata documentazione a supporto delle strategie scelte e, se necessario, gestire in modo efficace il contenzioso tributario.

Agire in modo proattivo su questi aspetti consente alle imprese di prevenire contenziosi, ridurre il rischio fiscale e operare in un contesto di maggiore collaborazione, trasparenza e fiducia nei confronti dell'Agenzia delle Entrate e degli altri stakeholder.

Strumenti e tecnologie per la compliance fiscale

Alla luce di quanto presentato, diventa essenziale per le imprese avvalersi di strumenti e tecnologie adeguate per rafforzare la compliance fiscale e gestire in modo efficace i nuovi adempimenti introdotti dalle normative anti-elusione:
  • Software gestionali integrati: isoftware gestionali di ultima generazione permettono di automatizzare molti adempimenti fiscali, riducendo il rischio di errori e migliorando il controllo dei dati. L'integrazione tra le diverse funzioni contabili e fiscali consente di gestire in modo coerente ed efficiente le informazioni necessarie per la documentazione delle operazioni.
  • Strumenti di analisi del rischio fiscale: esistono strumenti che consentono di valutare l rischio fiscale associato alle diverse scelte strategiche, grazie all'utilizzo di algoritmi ed evidenze statistiche comparate con il profilo dell'impresa. Questi strumenti possono aiutare a prevenire contenziosi e favorire un dialogo più trasparente con l'Agenzia delle Entrate, fornendo elementi concreti a supporto delle proprie scelte strategiche. La stessa Agenzia dell’Entrate consiglia di utilizzare un Tax Control Framework per aderire al regime di adempimento collaborativo. Ma per essere efficace deve soddisfare i seguenti requisiti fondamentali, come indicato nel documento OCSE 2016 – Building Better Tax Control Framework.
  • Servizi di consulenza specializzata: affidarsi a consulenti esperti non solo offre supporto tecnico costante, ma permette di beneficiare delle best practice del mercato, consentendo alle imprese di posizionarsi in modo competitivo in uno scenario normativo complesso. Collaborare con professionisti specializzati favorisce inoltre l'implementazione corretta delle tecnologie a supporto della compliance e permette di interpretarle al meglio.
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