25 giugno 2024

Pensioni all’estero: dall’Inps stop agli assegni

Una gran mole di disservizi e la necessità di modernizzare e rendere più efficiente il pagamento mensile, ha convinto l’Istituto a mettere la parola fine all’invio degli assegni non trasferibili in diversi Paesi

Autore: Germano Longo
Ogni mese, l’Inps mette mano a 1,4 miliardi di euro per inviare gli assegni pensionistici a 317mila connazionali che hanno scelto di vivere in 165 Paesi diversi. Una scelta che per molti significa seguire la carriera all’estero dei figli e riunire la famiglia, mentre per molti di più è un modo pratico e diffuso per inseguire tassazioni più morbide e garantirsi tenori di vita che in Italia sarebbero impensabili.

Considerando il trend quinquennale, aveva calcolato nel gennaio scorso l’Istituto, si nota una diminuzione del 6% di richieste in quelle che sono definite aree di “antica migrazione”, come Nord America e Oceania, ma un aumento di pensionati in Europa (+4,3%), America centrale, Asia e Africa, rispettivamente con un +38,9, + 34,9 e + 30,3%.

Un servizio, quello dell’Inps, che spesso è l’ennesima rappresentazione di un disservizio che finisce per diventare caos allo stato puro, con erogazioni indebite, smarrimenti e disservizi postali che creano proteste e problemi da risolvere. Ad occuparsi del pagamento degli assegni previdenziali dei pensionati trasferiti all’estero è “Citibank”, banca della multinazionale americana “Citigroup” che assicura il pagamento in contanti presso gli sportelli di istituti convenzionati, come “Western Union”, “Banca Itaù” (Argentina e Brasile), “Italcambio” e “PostFinance” (Venezuela e Svizzera), oppure attraverso l’accredito diretto sul c/c o per finire attraverso la spedizione di un assegno non trasferibile, modalità quest’ultima che da sempre crea più problemi a cui l’Inps ha deciso di mettere mano escludendola dalle diverse modalità a partire dal prossimo 1° luglio.

Con l’obiettivo di modernizzare e rendere più efficiente il sistema di pagamento, l’invio postale dell’assegno non sarà più possibile per i pensionati che vivono fra Belgio, Austria, Tunisia e Australia, che nelle scorse settimane hanno ricevuto un modulo da compilare che indichi i dati bancari, allegando copia di un documento d’identità valido e uno della banca estera con le coordinate bancarie (Bic, Iban o Sort Code). Quanti non hanno inoltrato il modulo e la documentazione richiesta potranno incassare la pensione di luglio ritirandola in contanti presso un qualsiasi sportello Western Union. “La modalità di riscossione rimarrà attiva anche per i successivi pagamenti, fino alla richiesta di variazione delle modalità di pagamento da parte dei soggetti interessati”, specifica l’istituto.

È comunque possibile mettersi in contatto con i servizi che garantiscono il servizio di pagamento delle pensioni all’estero per chiedere informazioni, avere ragguagli o conoscere il dettaglio della propria posizione. Il servizio di assistenza di Citybank è raggiungibile attraverso il sito istituzionale, su cui è possibile individuare anche i numeri verdi nazionali dei Paesi interessati.
È anche possibile scrivere una email (inps.pensionati@citi.com).

Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20 italiane: negli altri orari è operativo il servizio automatico interattivo.

Le pensioni pagate all’estero rappresentano il 2,3% del totale delle pensioni erogate dall’Istituto: l’Inps paga all’estero sia pensioni in regime nazionale, liquidate per i soli periodi assicurativi italiani, che pensioni in regime internazionale, saldate totalizzando i periodi assicurativi maturati in Italia con quelli maturati in Paesi dell’UE/SEE/Svizzera o in Paesi extracomunitari con cui esistono accordi con l’Italia o Convenzioni bilaterali di sicurezza sociale.

Dopo la fine della tassazione speciale per i pensionati decisa dal Portogallo, per i pensionati restano valide le alternative offerte dalla Grecia (aliquota agevolata del 7% per 15 anni), Malta (aliquota fissa del 15% sui redditi esteri), Croazia (aliquote fra il 12 ed il 18% per due scaglioni di reddito), Bulgaria (10% ma solo con cittadinanza), Romania (16%), Slovacchia e Albania (esenzione totale delle imposte) e Tunisia (esenzione dell’80%).
 © FISCAL FOCUS Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy